Code al centro per i vaccini, gli anziani restano in auto per ripararsi dal freddo

La gente in fila al centro per i vaccini
La gente in fila al centro per i vaccini
di Emanuele Pagnanini
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Domenica 21 Marzo 2021, 08:46

MACERATA - Ore 14.30. «C’è il numero 191?». Un uomo è appena arrivato, va verso il distributore dei numeretti: 246. Ci sono 55 persone prima che suo padre possa finalmente ricevere il vaccino. «L’ho fatto aspettare in macchina, con questo freddo…». Non tutto ha funzionato per il meglio ieri al centro vaccinazioni di via Capuzi a Macerata. A Civitanova, invece, è andata meglio, senza code o assembramenti. Ognuno ha la sua versione dei fatti sul perché dei ritardi che si sono accumulati nel corso della giornata.

Nei momenti peggiori, almeno 50-60 persone erano assembrate davanti all’ingresso dell’oratorio Santa Madre di Dio e neanche i richiami al distanziamento da parte di Protezione civile e polizia locale hanno potuto granché. Chi parla delle sovrapposizioni tra chi doveva ricevere la prima dose e chi fare il richiamo; chi di gente che, dopo aver saltato il proprio turno nei giorni scorsi, si è presentato senza prenotazione; chi di lungaggini dovute alle opere di convincimento verso coloro che devono ricevere AstraZeneca. Sta di fatto che, dopo settimane in cui tutto era filato liscio, quella di ieri è stata una giornata campale. 

«Mia madre aveva appuntamento alle 12 ma siamo appena uscite», confessa una donna sfinita dalla lunga attesa: l’orologio segna infatti le 14.45, oltre due ore e mezza di attesa. Questo è il caso estremo, ma per la somministrazione del vaccino la stima approssimativa di attesa è stata di un’ora. E con le temperature tornate decisamente invernali, per molti ultraottantenni, a volte anche con difficoltà motorie o altre patologie, non è stato proprio il massimo. 

Non a caso, passeggiando lungo le vie circostanti l’oratorio, non era raro notare diversi anziani rimasti in auto ad aspettare il proprio turno mentre figli e nipoti erano in attesa della chiamata. «Noi abbiamo aspettato un’ora prima di entrare, anche se devo dire che una volta dentro il servizio è stato perfetto», rimarca Valentina Gallucci, che ha accompagnato suo nonno a fare il richiamo. Non c’è però soltanto chi si lamenta. C’è chi la prende con filosofia e, soprattutto, dopo aver ricevuto il vaccino tira un sospiro di sollievo. «Io ho finalmente ricevuto anche la seconda dose del vaccino Pfizer e non ho avuto alcun problema, sono contento – evidenzia Mario Bonanni –, ho dovuto aspettare un’ora in macchina mentre mia figlia era in fila, ma va bene così».

«Io ho accompagnato mia suocera oggi a ricevere la prima dose, mentre mio padre domani farà il richiamo e non ho mai dovuto attendere troppo – rilancia una signora residente poco lontano dal centro vaccinazioni – a volte è la gente che si mette in queste condizioni non rispettando gli orari: al mattino l’orario di apertura previsto è quello delle 8, ma vedo molti già in fila dalle 7, è normale che così facendo l’attesa diventi di ore. Lamentarsi è facile, ma a volte siamo noi la causa dei disservizi». 

Tra chi somministra i vaccini c’è anche la dottoressa Franca Laici, responsabile del servizio malattie infettive e vaccinazioni dell’Area vasta 3. «Rispetto all’altro giorno, oggi (ieri per chi legge), tutti gli appuntamenti sono stati rispettati, sia per la seconda dose che per la prima con AstraZeneca.

C’è gente, qualche problemino stamattina c’è stato ma ora la coda scorre bene e nei prossimi giorni il ritmo tornerà regolare».

Sul perché delle code a Macerata, è la direttrice dell’Av3, Daniela Corsi, che spiega come sono andate le cose. «In primis, c’era la paura che mancassero le dosi, così in molti si sono presentati con ore di anticipo, prendendo il numero e determinando affollamento in determinati orari. Poi c’è la burocrazia, il vero aspetto stagnante. Bisogna compilare i moduli del consenso informato, della anamnesi, etc. e spesso il personale è impegnato a dare informazioni. Così la catena si intoppa. Rinnovo l’invito a procurarsi i moduli prima e a presentarli già compilati all’appuntamento».

Altro aspetto, quello di chi rifiuta AstraZeneca e rinuncia all’appuntamento. «Comportamento irrazionale – continua Corsi – perché il vaccino non si può scegliere. Mai. L’unico risultato è che chi rifiuta sarà messo in coda alla propria categoria. E aspettare un mese e mezzo minimo durante il quale rimane esposto all’infezione. Poi riceverà il vaccino disponibile, che probabilmente sarà sempre AstraZeneca». Intanto da domani ai medici di base saranno consegnati i vaccini da somministrare a domicilio ad over 80 che non possono muoversi. Si parte con dieci dosi Moderna e AstraZeneca.

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