Mieli, pluralità di sapori: a Montelupone la vetrina su un prodotto che è diventato vanto regionale

Mieli, pluralità di sapori: a Montelupone la vetrina su un prodotto che è diventato vanto regionale
Mieli, pluralità di sapori: a Montelupone la vetrina su un prodotto che è diventato vanto regionale
di Véronique Angeletti
3 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Dicembre 2023, 18:20

Nell'ultimo fine settimana, nel Maceratese è andato in scena il mondo delle api. In collaborazione con Apimarche, la Regione e il sodalizio delle Città del Miele, Montelupone ha organizzato un ambizioso e goloso evento già pietra miliare nella storia del nettare degli dèi. Il primo mercatino di Natale interamente dedicato al miele e declina l'oro liquido attraverso il food, il beverage, la cosmesi e anche l'editoria. Storie di dolci, di caramelle, di biscotti, ovviamente di panettoni e pure di aceti, di idromeli, di grappa e di liquori ma anche di elisir di giovinezza tra creme, maschere e prodotti per capelli.

Le collaborazioni

Insomma, Montelupone è diventata il "Mielemente village" con mostre, concerti, spettacoli, un cocktail contest in collaborazione con la Distilleria Varnelli e gli Istituti Alberghieri marchigiani e proposte di ottima gastronomia. (Info per il programma e la mappa del sito su www.mielemente.apimarche.it). Un appuntamento che ci ricorda che l'Italia è il Paese per antonomasia del miele perché è l'unico non solo che può vantarsi di averne ben 60 tipi diversi ma ha apicoltori ben attenti a valorizzarli tutti. E ciò a differenza di tante altre nazioni che prediligono i blend. Ed è proprio per far conoscere la qualità dei mieli delle Marche, certificati e sicuri, prodotti da apicoltori marchigiani che i quattro Consorzi apistici che rappresentano le cinque province si sono uniti sotto il nuovo marchio "Marche di Miele".

Il Consorzio

Il loro obiettivo è tutelare e promuovere un prodotto emblema della biodiversità, della sostenibilità e non adulterato da zuccheri o sciroppi estranei al prodotto delle api.

Un'operazione che dà la giusta importanza agli 71.497 alveari e ai 3.386 apicoltori che fanno delle Marche la seconda regione in Italia nel rapporto tra arnie e superficie e forte di una ricca biodiversità produce mieli rari, preziosi che spaziano dal tarassaco all'edera, dalla Stregonia alla melata di quercia. Pertanto, il miele, come le Marche, va sempre declinato al plurale e trattato da protagonista e non come un banale ingrediente. Almeno per il gastronomo, già ristoratore stellato nel 1994 e sommelier della fondazione Italiana Sommelier Bibenda Otello Renzi «perché sostiene - come il vino, il miele è un prodotto vivo che racconta una fioritura e un determinato momento dell'anno». In cucina, lo interpreta in abbinamento con il dolce e il salato. Di fatto al recente evento di presentazione di "Marche di miele" alla Rotonda di Senigallia ha fatto proposte audaci eseguite dal laboratorio della pasticceria fanese Guerrino. Nel menù: Pecorino fresco e casciotta d'Urbino al miele di girasole e alla frutta fresca; filetto di maiale cotto a bassa temperatura con del miele millefiori, agrumi e rosti di patate; roast beef con salsa al miele di coriandolo, aceto balsamico e radicchio trevigiano; suprema di pollo ai frutti rossi glassata con miele di castagno caramellato e spinacini saltati. Per le feste, suggerisce al lettore del Corriere abbinamenti superbamente vincenti come usare il miele di acacia come lievito per pani speciali; servire quello di coriandolo caldo su fagiolini, bietole, asparagi, su lenticchie, fagioli e cicerchia e su pesci come scorfano, rombo, dentice cotti al forno; e quello di girasole con couscous, pistacchi e piselli.

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