ANCONA Con le malattie della vista non si scherza. Chiudere un occhio, è davvero il caso di dire, di fronte alla prevenzione può portare a patologie cronico degenerative molto gravi come la retinopatia diabetica, le maculopatie e il glaucoma. Situazioni, queste ultime, che possono condurre addirittura alla cecità ma che sono diffusissime nel nostro Paese visto che ne soffrono, complessivamente, quasi 5 milioni di italiani.
L'indagine
A ribadire che prevenire è meglio che curare è anche un'indagine condotta dall'Istituto Bhave, in collaborazione con la rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief, i cui risultati sono stati presentati al Ministero della Salute durante un evento organizzato dall'Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Cura della Malattie degli Occhi in concomitanza con la Giornata Mondiale della Vista che Iapb Italia Onlus, l'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità, ha istituito dal 2013.
La riflessione
«La Giornata mondiale della Vista è stata l'occasione per far riflettere sulla necessità della prevenzione e del potenziamento dell'innovazione, della ricerca e della cura, tempestiva e appropriata, delle malattie oculari» commenta la senatrice Maria Cristina Cantù che fa parte dell'Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Cura della Malattie degli Occhi e che risulta essere la prima firmataria del Disegno di Legge 483 sulla tutela delle persone affette da patologie oculari cronico-degenerative attualmente all'esame della decima Commissione Affari Sociali, Sanità e Lavoro del Senato. «La prevenzione interviene nel merito il dottor Mario Barbuto, presidente dell'Unione Italiana Ciechi e dell'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità Iapb Italia Onlus - è ancora poco attuata ed è affidata solo alla buona volontà piuttosto che essere il luogo e il momento di partenza della filiera della salute dei nostri occhi. Invece servirebbero visita oculistica periodica, diagnosi precoce, trattamento tempestivo, riabilitazione efficace. L'attuale sistema di erogazione dei servizi pubblici oculistici è troppo incentrato sull'ospedale, contribuendo così a generare lunghe liste d'attesa. Occorre invertire la tendenza e portare la prevenzione sul territorio, accanto ai cittadini, senza attendere e aspettarsi che siano questi ultimi a doverla cercare, scoprire e praticare».
La cultura
Nei lavori dell'Intergruppo sono riposte molte speranze: «Il nostro lavoro sarà certamente orientato al rafforzamento della cultura della prevenzione ma anche a favorire il pieno, equanime e territorialmente omogeneo accesso alle cure e ai trattamenti promette il copresidente dello stesso, l'onorevole Matteo Rosso, che assicura - Lo faremo, oltre che con l'ascolto del mondo advocacy, con adeguati interventi legislativi e con una costruttiva convergenza con il Governo e le diverse istituzioni sanitarie del Paese, nella consapevolezza che un quadro assistenziale più efficace ed efficiente si tradurrà sicuramente in un sostanziale contributo alla sostenibilità».