Interno Marche, fascino e design: Villa Gabrielli, a Tolentino, da fabbrica a simbolo dell’accoglienza

Nelle suite 400 oggetti che hanno fatto la storia dell'arredmento

Franco Moschini
Franco Moschini
di Lucilla Niccolini
4 Minuti di Lettura
Domenica 14 Aprile 2024, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 11:19

Segno dei tempi. Villa Gabrielli, a Tolentino, era una fabbrica; un secolo dopo diventa hotel di lusso. Là dove per decenni è cresciuto lo stile dell’arredamento made in Italy, prende forma e sostanza l’accoglienza made in Marche. Dando corpo a un’idea del cavaliere Franco Moschini, mago Merlino dell'impresa, la villa tardo liberty, che è stata sede della Nazareno Gabrielli e di Poltrona Frau, si trasforma in un “design experience hotel”. Quell'edificio, che ha fatto di Tolentino un punto di riferimento, fin dai primi del ‘900, della pelletteria, rinasce a nuova vita. Dopo quattro anni di lavori di ristrutturazione, apre di nuovo le porte: non agli operai, artigiani e tecnici come non se ne trovano più sul mercato del lavoro, ma a un popolo di turisti e visitatori, vacanzieri e manager in viaggio di lavoro, da ospitare secondo i migliori parametri, garantiti dalle 4 stelle.

Il recupero

Fatti salva la grazia composta degli esterni di Villa Gabrielli, i grandi spazi interni, recuperate le antiche vasche di concia, sono stati ridisegnati per offrire un’ospitalità di eleganza tutt’altro che standard.

Ognuna delle 25 stanze dell’hotel, infatti, richiama, per impronta di stile, arredamento e colori, uno dei progettisti di culto che nei decenni hanno collaborato con Poltrona Frau. Michele De Lucchi, Marc Newson, Gae Aulenti, Vico Magistretti, Giò Ponti, Achille Castiglioni, sono solo alcuni dei mitici interpreti del design, che hanno contribuito, con la loro firma, al successo delle aziende presiedute da Franco Moschini, nella sua lunga vita imprenditoriale. Inoltre, più di quattrocento oggetti, che hanno fatto la storia del design italiano, arricchiscono l’arredamento di questo hotel, che si sviluppa sui due piani, fino all'altana che si erge dal tetto. E poi, in una dependance di recente costruzione, che sorge nel giardino di Villa Gabrielli, trovano posto cinque suite per soggiorni più lunghi, ognuna delle quali ispirata ai più rilevanti movimenti stilistici del ‘900: l’Arts & Crafts, la Secessione Viennese, il Movimento Moderno, il Pop e il Radical. Interno Marche è il nome del concept hotel: un omaggio alla posizione, nell’interno della regione, ma anche un richiamo immediato all’attenzione che i progettisti hanno dato all’interior design. Non si potrebbe dire meglio di come fa Franco Moschini: «Paesaggio, patrimonio storico e artistico e capacità manifatturiera sono stati fattori che hanno indirizzato, supportato e guidato le mie azioni. Questo hotel è l’ultimo progetto in ordine di tempo, quello cui affido il compito di testimoniare l’eredità di una storia. Ho voluto che fosse un luogo inimitabile, che sappia raccontare, senza parole, il territorio in cui sorge, le radici da cui nasce. Un luogo di ricordi, non solo miei, che guarda al futuro, seguendo la bussola del design».

La doppia certificazione

Ma è anche il primo hotel al mondo ad aver conquistato la doppia certificazione di sostenibilità Gbc Historic Building e Leed V4 for Hospitality. Si dimostra così che si può fare un intervento di architettura contemporanea in un edificio storico, coniugando il lato estetico con quello tecnico. Benvenuti dunque a Interno Marche. Anche chi, risiedendo in zona, non sarà ospite dell'hotel, può prenotare un tavolo al lounge bar, e all’Opificio Bistrot, aperto a pranzo e a cena, per gustare i sapori della tradizione reinventati dallo chef Marco Faiella. Inoltre, per rinsaldare i legami di Villa Gabrielli con la comunità cittadina e regionale, da domani, per una settimana, si potrà visitare l’hotel in anteprima.

© RIPRODUZIONE RISERVATA