Uno studente su 5, nelle scuole italiane, non impara. Oltre il 20% della popolazione studentesca, infatti, viene classificato come “fragile negli apprendimenti” e in questa percentuale, da brivido, sono compresi il 12,7% degli studenti che lascia la scuola prima del diploma, finendo nella cosiddetta dispersione esplicita, e il 9,5% che invece prende il titolo di studio ma non raggiunge i livelli minimi di apprendimento. I dati sono arrivati dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, durante l’audizione di ieri in commissione Cultura in Senato.
«L’obiettivo che impone il Pnrr - ha spiegato il ministro - è ridurre la percentuale di dispersione di 2,5 punti, evitando quindi che nei prossimi anni circa 470 mila giovani abbandonino la scuola prima del diploma».
Oltre alla dispersione esplicita esiste, però, anche quella implicita con cui i ragazzi fanno i conti dopo il diploma visto che, in base ai dati Ocse Pisa, un quindicenne italiano su 5 non sa leggere correttamente: tra loro solo il 79,2% legge in modo fluente, a differenza di altri paesi europei, come Germania, Francia e Finlandia, che arrivano all’86-89%. Da qui la necessità di intervenire: «In Commissione - ha commentato Valditara - abbiamo avuto un importante confronto in un clima costruttivo contro la dispersione scolastica. Stiamo lavorando ad una serie di iniziative importanti che potranno essere arricchite dalle proposte parlamentari».
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