Mamma con tre figli minorenni occupa una casa dell’Erap: «Aiutatemi, voglio vivere qui»

Mamma con tre figli minorenni occupa una casa dell’Erap: «Aiutatemi, voglio vivere qui»
Mamma con tre figli minorenni occupa una casa dell’Erap: «Aiutatemi, voglio vivere qui»
di Sonia Amaolo
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Sabato 9 Aprile 2022, 07:20

PORTO SANT’ELPIDIO  - Pugliese, mamma di tre minori, due adolescenti e un bambino piccolo, senza un lavoro regolare, è l’identikit della donna che nei giorni scorsi ha occupato un appartamento dell’Erap in zona centro. La signora pretende che il Comune le trovi una casa dove alloggiare. E’ disposta ad andarsene dall’appartamento occupato a patto che il sindaco le conceda un locale da qualche parte, sempre a Porto Sant’Elpidio, però. Il Comune non può venire incontro alle esigenze della signora. Non può andare contro legge.


La donna non risiede nella riviera elpidiense ma in un paese del Sud Italia.

La signora, però, non ha intenzione di tornare a casa. Dopo essere stata ospite di una famiglia a Porto Sant’Elpidio per due mesi, è stata invitata ad attivarsi per cercarsi un appartamento in proprio. Senza soldi a sufficienza per pagare l’affitto in anticipo, come tutti i locatori richiedono, ha occupato una casa Erap, pur restando senza luce né gas né riscaldamento perché le utenze sono staccate. L’amministrazione comunale ha fatto una verifica e, accertato l’abuso, ha invitato la signora a sgomberare il locale entro dieci giorni. Lei si è risentita, ritenendosi vittima di un’ingiustizia. Le hanno detto che gli appartamenti non si possono occupare e che dovrebbe rivolgersi ai Servizi sociali del suo Comune, ma lei dice di voler rimanere a Porto Sant’Elpidio.

Così a Porto Sant’Elpidio si aggiunge un problema tra tanti, in tempi di crisi perdurante, con le famiglie sotto sfratto che non arrivano a fine mese, nella cronica carenza di case popolari, l’Ambito XX si trova invischiato in un caso borderline. Un fatto che, di per sé, evidenzia tutte le criticità di una società sempre più povera, fragile, allo sbando. La perdita di lavoro fa venire meno i punti di riferimento e si scambiano i diritti per i doveri. «Non voglio tornare al paese mio perché lì non c’è lavoro» dice la donna «dove ho la residenza ce l’avrei pure un alloggio, ma a me serve pure un lavoro. Nel Sud non c’è futuro per i miei figli». In verità pure nelle Marche tutto questo lavoro non è che ci sia. E vivere senza luce né gas, in un appartamento occupato, non è uno sguardo sul futuro. L’amministrazione, dal canto suo, è tenuta a seguire scrupolosamente un iter che deve rimanere nel solco della legalità.


Riguardo agli alloggi dell’Erap, l’assessore ai Servizi sociali Marco Traini fa sapere che entro l’estate ne saranno affidati ben sei a famiglie in graduatoria, quindi a persone che hanno diritto di occupare questi appartamenti. Quattro alloggi sono già stati attribuiti e altri due lo saranno a breve. «Abbiamo attivato tutte le procedure necessarie per tornare in possesso dell’immobile occupato abusivamente - dice l’assessore -: non accetto forzature né soprusi di alcun genere». 

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