PORTO SANT’ELPIDIO - Pugliese, mamma di tre minori, due adolescenti e un bambino piccolo, senza un lavoro regolare, è l’identikit della donna che nei giorni scorsi ha occupato un appartamento dell’Erap in zona centro. La signora pretende che il Comune le trovi una casa dove alloggiare. E’ disposta ad andarsene dall’appartamento occupato a patto che il sindaco le conceda un locale da qualche parte, sempre a Porto Sant’Elpidio, però. Il Comune non può venire incontro alle esigenze della signora. Non può andare contro legge.
La donna non risiede nella riviera elpidiense ma in un paese del Sud Italia.
Così a Porto Sant’Elpidio si aggiunge un problema tra tanti, in tempi di crisi perdurante, con le famiglie sotto sfratto che non arrivano a fine mese, nella cronica carenza di case popolari, l’Ambito XX si trova invischiato in un caso borderline. Un fatto che, di per sé, evidenzia tutte le criticità di una società sempre più povera, fragile, allo sbando. La perdita di lavoro fa venire meno i punti di riferimento e si scambiano i diritti per i doveri. «Non voglio tornare al paese mio perché lì non c’è lavoro» dice la donna «dove ho la residenza ce l’avrei pure un alloggio, ma a me serve pure un lavoro. Nel Sud non c’è futuro per i miei figli». In verità pure nelle Marche tutto questo lavoro non è che ci sia. E vivere senza luce né gas, in un appartamento occupato, non è uno sguardo sul futuro. L’amministrazione, dal canto suo, è tenuta a seguire scrupolosamente un iter che deve rimanere nel solco della legalità.
Riguardo agli alloggi dell’Erap, l’assessore ai Servizi sociali Marco Traini fa sapere che entro l’estate ne saranno affidati ben sei a famiglie in graduatoria, quindi a persone che hanno diritto di occupare questi appartamenti. Quattro alloggi sono già stati attribuiti e altri due lo saranno a breve. «Abbiamo attivato tutte le procedure necessarie per tornare in possesso dell’immobile occupato abusivamente - dice l’assessore -: non accetto forzature né soprusi di alcun genere».