L'inchiesta sulla Tercas
​tocca anche il Fermano

Antonio Di Matteo
Antonio Di Matteo
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Giovedì 19 Dicembre 2013, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 10:44
PORTO SAN GIORGIO - Una perquisizione stata effettuata anche a Porto San Giorgio nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal gip del tribunale di Roma Wilma Passamonti che ha portato all’arresto di Antonio Di Matteo, l’ex direttore generale di Banca Tercas. La perquisizione ha riguardato la filiale di Porto San Giorgio, in via Petrarca, della Banca Popolare di Spoleto. Il magistrato romano ha anche disposto il sequestro preventivo per un equivalente di 199 milioni di euro di beni a Di Matteo e ad altri 18 indagati. La lista comprende 12 terreni, un attico con piscina, due imbarcazioni di valore, sette auto, un outlet a Milano, 15 appartamenti in varie città e quattro ville fra Pomezia e Modena). Le accuse, a vario titolo, vanno dalla bancarotta fraudolenta all’associazione per delinquere, ostacolo alla vigilanza, appropriazione indebita e riciclaggio. Fra gli indagati anche l’imprenditore tv Francescantonio Di Stefano, Raffaele Di Maio e Cosimo Di Rosa (Gruppo Dimafin), Antonio Sarni (settore autogrill) Giampiero Samorì (assicurativo, la scorsa primavera si candidò alle politiche in appoggio al Pdl), Pierino Isoldi e Pancrazio Natali (immobiliare) e Cinzia Ciampani, compagna di Di Matteo. Di minor peso le ipotesi di reato contestate agli altri indagati. La maxi indagine tocca quindi, anche se marginalmente, la provincia di Fermo con il blitz nella sede della filiale sangiorgese dell’altro istituto di credito finito sotto la lente. Di Matteo, come pure gli imprenditori Cosimo De Rosa e Antonio Sarni, finirono a maggio al centro dell’inchiesta condotta dalla Procura di Spoleto sulla stessa Bps.
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