A Porto San Giorgio si parla di arbitri, vita grama e futuro a rischio: «Var o no il fattore umano resta decisivo»

A Porto San Giorgio si parla di arbitri, vita grama e futuro a rischio: «Var o no il fattore umano resta decisivo»
A Porto San Giorgio si parla di arbitri, vita grama e futuro a rischio: «Var o no il fattore umano resta decisivo»
di Serena Murri
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Domenica 24 Settembre 2023, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 12:20

PORTO SAN GIORGIO - “Un futuro senza arbitri?”. Questo il provocatorio titolo della tavola rotonda di ieri mattina, al teatro comunale, dove si è data appuntamento l’eccellenza del settore dell’arbitraggio. È stato un focus sul futuro della figura arbitrale, inserito all’interno del Festival dello sport, rassegna ideata e promossa da M&G Scuola Pallavolo e Asd Pallavolo Grotta 50. Un progetto, attraverso il quale la scuola di pallavolo vuole mettere al centro la pallavolo di serie A, guardando al territorio in maniera diversa e articolata.

 
Le tappe


 

Dopo l’evento di venerdì a Montegiorgio con Lorenzo Dallari, la tre giorni si chiuderà oggi, alle 17, al palazzetto di Grottazzolina con lo spettacolo dal titolo Goal 1986.

Ad aprire l’incontro, il sindaco Valerio Vesprini: «Questa società ha l’ambizione di diventare la squadra del territorio per il volley. Come cittadina siamo sempre più legati alle iniziative di un territorio che unito può crescere. La figura dell’arbitro è spesso dimenticata e denigrata. Mi è bastato arbitrare una partita di beneficenza per... smettere di commentare le azioni arbitrali». L’incontro è stato moderato dal giornalista Lorenzo Dallari, già vicedirettore di Skysport e attuale direttore Radio Tv Serie A: «Gli arbitri sono una componente essenziale della partita. Credo non si giocherà mai senza arbitri, ma bisogna anche adeguarsi ai tempi. La tecnologia è fondamentale e il mondo arbitrale va in questa direzione».

A fornire uno spaccato del settore, Fabrizio Pasquali ex arbitro internazionale Fivb: «Fare l’arbitro presuppone qualità e attitudini che purtroppo ultimamente, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, sta scemando. L’arbitro è una figura a 360 gradi. Bisogna essere equilibrati. La contesa sportiva determina comportamenti che esulano dalla normalità e in campo diventano incomprensibili. L’ars arbitrale sta diventando un fattore secondario, ci si appoggia alla tecnologia. Nel 2028, la figura dell’arbitro sportivo sparirà. Dal Var alla tecnologia, l’arbitro ormai svolge solo un ruolo notarile». Subito dopo, Nicola Rizzoli, ex arbitro internazionale e consulente Concacaf: «Ho iniziato questo lavoro perché odiavo gli arbitri - ha esordito, lui che pensava che avrebbe fatto l’architetto -. La difficoltà nell’attività arbitrale è rappresentata dalle zone grige. La differenza la fa il fattore umano che non può essere sostituito dalla tecnologia. Come in Formula 1, la macchina è perfetta ma il pilota fa la differenza. L’Italia è stata la prima a lanciare l’utilizzo del Var ma la tecnologia rende pigri».


La conferma


Discorso confermato da Matteo Spinelli, formatore del settore arbitrale della Fip: «Per migliorare nello sport, dobbiamo migliorare le conoscenze. Come formatore partecipo a corsi per allenatori. L’arbitro deve assumersi le proprie responsabilità e saper decidere». Tra altri aspetti, quello della formazione, della fiducia e del rispetto nei confronti degli arbitri che fanno la differenza secondo Rizzoli, sulla preparazione - anche fisica - degli arbitri, perché poi «se non sei equilibrato nella vita non puoi decidere le sorti di una partita».

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