Fermo, da detenuti a master chef
La dieta mediterranea oltre le sbarre

Gli chef con i detenuti che hanno partecipato al corso
Gli chef con i detenuti che hanno partecipato al corso
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Venerdì 1 Gennaio 2016, 17:34
FERMO - La Dieta Mediterranea secondo i detenuti nel carcere di Fermo. Concluso con successo il primo corso di formazione per cuochi, organizzato proprio sui fondamenti della dieta di casa nostra.
Grande la soddisfazione degli otto partecipanti e degli organizzatori, il Laboratorio Piceno della Dieta Mediterranea con i vertici della Casa di reclusione fermana. La dieta Mediterranea conquista anche spazi impensati, trova spunti e storie grandi e porta avanti tradizioni che sono proprie della nostra terra. Si è concluso nei giorni scorsi il corso di cucina, tarato proprio sulla dieta mediterranea, proposto all’interno della Casa Circondariale di Fermo.

L’iniziativa del Laboratorio Piceno della Dieta mediterranea e dall’Istituto Penitenziario fermano, in otto hanno seguito il percorso che ha portato ad una sorta di esame finale con un risultato eccellente per tutti: promossi a pieni voti. Un progetto che in Italia è stato portato avanti solo nel carcere di Padova, come ah sottolineato il cofondatore del laboratorio e ideatore del corso Adolfo Leoni: "Nella dirigenza del carcere e nell’area trattamentale abbiamo trovato un’accoglienza immediata a questo nostro progetto. Tra gli obiettivi del Laboratorio, c’è quello di informare il territorio dell’opportunità rappresentata dalla Dieta mediterranea come volano di nuovo sviluppo agricolo, agro-alimentare, turistico e culturale. Il carcere non è un luogo fuori della città. Ci tenevamo a dire che è invece una realtà all’interno della comunità cittadina. Non ci sono scarti ma persone e noi abbiamo voluto coinvolgerli, in pieno, in un progetto di grande respiro".

Il corso durato due mesi, portato avanti da 4 cuochi, Sandro Pazzaglia, Benito Ricci, Sandro Montironi e Mauro Donati, e da un medico, il diabetologo Paolo Foglini è servito a dare una professionalizzazione da aiuto cuoco. Lando Siliquini, medico e presidente del Laboratorio ha sottolineato che l’attestato potrà servire nel mondo del lavoro: "La Dieta mediterranea è ormai un dato acquisito nel mondo intero, per cui preparare piatti secondo la Dieta, oltre che salutare, è cavalcare un’onda molto alta. Non è solo cibo ma conseguenza di un costume sociale e culturale praticato nella nostra Terra di Marca. Coloro che hanno svolto le lezioni hanno trovato interlocutori seri e attenti".

Lo chef Pazzaglia ha raccontato di essere rimasto molto colpito e arricchito dal confronto con gli otto partecipanti al corso, il dottor Foglini ha approfondito i concetti di salute e nutrizione, per spiegare che davvero siamo quello che mangiamo. I vertici del carcere hanno ipotizzato un secondo corso per il 2016, la direttrice Eleonora Consoli, con gli operatori Nicola Arbusti e Lucia Tarquini hanno parlato di una iniziativa di grande valore, nel cominciare a costruire un futuro per i detenuti che in carcere cercano prospettive migliori. Per la prova finale, gli 8 partecipanti hanno realizzato una serie di piatti tipici della dieta, seguiti dallo chef Benito Ricci, per un buffet finale che ha premiato davvero tutti. Presenti anche Paola Mezzaluna, che con la sua azienda ha offerto il suo supporto, e Leonello Alessandrini delle Grafiche Fioroni che pure hanno sostenuto il percorso formativo.
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