Voleva fotografare il cielo, Gionatan Vittori scivola dal tetto e muore a 15 anni: «Figlio mio strappato agli abbracci»

Grottazzolina, lutto cittadino: i funerali del ragazzo oggi alle 15. E' stato trovato martedì mattina sul ciglio della strada

Voleva fotografare il cielo, Gionatan Vittori scivola dal tetto e muore a 15 anni: «Figlio mio strappato agli abbracci»
Voleva fotografare il cielo, Gionatan Vittori scivola dal tetto e muore a 15 anni: «Figlio mio strappato agli abbracci»
di Domenico Ciarrocchi e Daniel Fermanelli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Marzo 2024, 01:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 08:44

GROTTAZZOLINA Una notte maledetta, il pavimento scivoloso all’altezza del lucernaio per la pioggia caduta fino a quel momento. Il volo nell’asfalto. Gionatan Vittori, 15 anni, è morto così, nel buio. Una tragedia che toglie il fiato. Si può dare un senso a tutto questo? «Angelo mio adorato - scrive la mamma Marzia Brancozzi in un post su Facebook - possa gioire in cielo con il Signore che ha permesso che fossi strappato da me, dai miei abbracci, dai nostri abbracci, da noi, dai tuoi cari, dai tuoi amici».

Cerca nel cuore e nella fede le parole per salutare il figlio.

Ma è difficile. Come sarà difficile cercare di confortare lei, il marito Fabrizio e gli altri figli oggi pomeriggio, alle 15, nella chiesa del Santissimo Sacramento dove si terranno i funerali. Il sindaco Alberto Antognozzi ha proclamato il lutto cittadino. Ci sarà tutto il paese, ci saranno gli amici e i compagni di scuola, i ragazzi della M&G Scuola Pallavolo. Era tesserato fra gli Under 17, «un talento», ricorda affranto lo staff della società sportiva. Un talento scomparso troppo presto. La mamma parla di «un’imprudenza da quindicenne che ha permesso che fossi strappato da me» e ricorda il figlio «adorato, gioioso, buono, gentile, affettuoso, generoso, sensibile, grande divoratore di libri». Ricorda il tempo trascorso a leggere sdraiato sul letto, la visita a Venezia lo scorso Carnevale, «perché ci dicevi che l’altra volta tu non c’eri», l’ultima e allegra partita a Risiko. La laurea dell’altro figlio Gabriele, festeggiata una manciata di giorni fa. Ricordi.

Gli accertamenti

Ricordi che si rincorrono anche al Liceo scientifico di Fermo, che Gionatan frequentava con ottimo profitto. Ieri mattina un mazzo di fiori al posto del banco vuoto. Ricordi che si sommano alla ricostruzione della tragedia ormai completata dai carabinieri. Sul posto, in via Mazzini, erano andati i militari del Nucleo radiomobile di Fermo con i colleghi della stazione, sempre di Fermo. Decisivo il messaggio vocale whatsapp che il ragazzo aveva inviato a un compagno di classe nel cuore della notte. Intorno alle 3 era salito sul tetto per fotografare il cielo.

E aveva subito voluto informarlo con una breve frase scherzosa, lui che sfidava il freddo su quel tetto. Voleva corredare a modo suo, con scrupolo e allegria, una ricerca in classe e, di sua spontanea volontà, gli era venuto il desiderio di scattare qualche immagine. Sogni da adolescente. Quando i carabinieri, informati dalla dirigente Marzia Ripari, hanno acquisito il messaggio, lo hanno fatto ascoltare ai genitori che sono scoppiati in un pianto senza fine. All’inizio non si era nemmeno esclusa la pista del gesto volontario anche se, conoscendolo, sembrava impossibile. E infatti era impossibile. «Era un ragazzo - dice lo zio don Enrico Brancozzi, fratello della mamma - tanto intelligente, molto vispo, molto ironico, amante della vita e delle cose belle che la vita offre. Una leggerezza a 15 anni si può commettere, ma è una leggerezza che gli è costata la vita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA