Mazzata Superbonus, la rabbia delle imprese edili fermane: «Finiamo in ginocchio noi e le famiglie»

Mazzata Superbonus, la rabbia delle imprese edili del Fermano: «Finiamo in ginocchio noi e le famiglie»
Mazzata Superbonus, la rabbia delle imprese edili del Fermano: «Finiamo in ginocchio noi e le famiglie»
di Domenico Ciarrocchi
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Domenica 19 Febbraio 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 09:18

FERMO - Mazzata sulle imprese edili, in subbuglio gli imprenditori del Fermano. Il blocco della cessione dei crediti e dello sconto in fattura manda in fibrillazione le associazioni degli artigiani che lanciano un ultimatum: «Se lunedì (domani, ndr) il governo non darà risposte soddisfacenti, la Cna e le altre associazioni saranno pronte a organizzare azioni di protesta». A rimarcarlo i vertici della Cna fermana, con il coordinatore Andrea Caranfa e il presidente Emiliano Tomassini.

 
Le prospettive



 

«Coesione sociale e tenuta del tessuto economico - dicono - sono a rischio, è nostro dovere fare il possibile per tutelare aziende e cittadini da una situazione che la Cna ha denunciato da tempo a tutti i livelli».

La battaglia è partita dopo il disco verde al Consiglio dei ministri per il decreto legge. «Si tratta - ribadisce Loris Antolini, imprenditore edile e presidente di Cna Costruzioni Fermo - di un intervento che arriva a gamba tesa sulle aspettative di crescita e sui livelli occupazionali, considerato che il mercato della riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare è stato il motore della ripresa. I lavori finanziati dal Superbonus hanno generato un valore pari al 7,5% del Pil marchigiano».

Lo scorso anno in regione l’investimento medio per ciascun condominio è stato di 508mila euro, mentre i proprietari di abitazioni unifamiliari hanno investito 108mila euro e per le unità indipendenti si è scesi a 91mila. «I crediti bloccati - dice Antolini - nelle Marche superano il miliardo di euro, con oltre 2mila imprese a rischio fallimento, 3mila i cantieri fermi e oltre 10mila cittadini nel caos». La scelta del governo in sostanza ha bloccato la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti (tranne in limitati casi). «Ci sono - ribadiscono in una nota Enzo Mengoni, Natascia Troli e Lorenzo Totò, il primo presidente e gli altri due vice di Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli e Fermo - le preoccupazioni delle famiglie che avevano fatto progetti economici e investito, chiedendo prestiti bancari con la convinzione di cedere in futuro questi crediti».


La domanda


«Che fine faranno? Siamo consapevoli - sottolineano - delle lacune iniziali dei bonus edilizi, misure che sono partite con buoni intenti (dare linfa al mercato edile, rigenerale le città…), ma con vuoti di metodo e di merito da colmare, ma è innegabile il contributo in termini occupazionali, di crescita del Pil e di investimenti. Noi ci aspettavamo una risoluzione sulla problematica dei crediti incagliati, come la possibilità di acquisto da parte degli enti pubblici, o una rimodulazione dei bonus. Non questo stop pressoché totale. Stop che impatta gravemente anche sul piano di riqualificazione urbana e dello sviluppo sostenibile. E altre grandi questioni riguardano la ricostruzione. Cosa succederà agli accolli, che sono in media il 20-30% degli appalti? I committenti non hanno possibilità di pagarli».


La ricerca


Una tempesta perfetta, considerando i problemi che il comparto già era costretto a fronteggiare, a partire dalla scarsità di manodopera. La stessa Confartigianato, al termine di un’analisi sull’occupazione, aveva rimarcato come in zona le figure mancanti siano soprattutto quelle dei camionisti, dei muratori e degli elettricisti. «Le imprese del Fermano - aveva ribadito Mengoni - prevedono nel primo trimestre di quest’anno la ricerca di almeno 3mila lavoratori difficili da reperire». Giovani e no che provocano enormi buchi nelle fabbriche nei cantieri.

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