Fermo dà l'addio ad Alati, timoniere per 13 anni della Ciip: «Ha difeso l'acqua, il bene più prezioso»

Fermo dà l'addio ad Alati, timoniere per 13 anni della Ciip: «Ha difeso l'acqua, il bene più prezioso»
Fermo dà l'addio ad Alati, timoniere per 13 anni della Ciip: «Ha difeso l'acqua, il bene più prezioso»
di Domenico Ciarrocchi
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Lunedì 2 Ottobre 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 13:20

FERMO - Se ne va Giacinto “Pino” Alati, aveva 73 anni di cui gli ultimi 13 passati al comando della Ciip, la società idrica che mette insieme Ascoli e Fermo. Una grave perdita, visto il peso che ha avuto nel corso dei decenni e l’importanza della società che gestisce il bene più prezioso e fa dialogare due province: la Ciip si occupa dell’erogazione idrica in 59 Comuni e la sede principale si trova ad Ascoli.


La malattia


La scorsa estate si era sottoposto a un intervento chirurgico al quale era seguito un periodo di riabilitazione al Santo Stefano.

Quindi la ricaduta dei giorni scorsi, il trasferimento all’ospedale Murri. La morte. Da un anno aveva iniziato il suo quinto mandato alla guida della società per la quale aveva intercettato un tesoretto di circa 200 milioni in tutti gli anni del mandato. La Ciip è un colosso da grandi numeri, gestisce 73 sorgenti, 4 impianti di soccorso, 792 serbatoi, 65 impianti di depurazione e una rete idrica di 6.431 chilometri, oltre 2.353 di fogne. Fra i compiti più difficili affrontati in questi anni, il terremoto del 2016 che ha colpito soprattutto l’entroterra ascolano e danneggiato diverse fonti di approvvigionamento, tra cui l’acquedotto di Pescara di Arquata, e la crisi idrica di questi ultimi anni, con le piogge scarse che hanno costretto i vertici della società a prendere alcune misure per tamponare l’emergenza. Nulla di traumatico, al massimo lo stop all’erogazione di acqua nelle ore notturne nei Comuni più legati alle risorse delle fonti a rischio. L’addio oggi pomeriggio alle 16 nella chiesa Cristo Re, nel quartiere di Santa Petronilla a Fermo, mentre la camera ardente è stata allestita nella casa funeraria Cifani nel quartiere Conceria di Fermo.


Le battaglie


«Alati fin da subito e senza riserve - ricordano ora in una lettera aperta lo staff dirigenziale e i dipendenti della Ciip - ha messo al servizio del territorio tutta la sua pluriennale esperienza manageriale e politica per salvaguardare il bene pubblico della risorsa idrica. Chi vuole veramente difendere l’acqua come il bene pubblico per eccellenza, dovrebbe sinceramente riconoscere che questa battaglia passa necessariamente per il rafforzamento della società a totale capitale pubblico che gestisce in house il Servizio idrico integrato (Sii), un obiettivo che Alati ha perseguito con sagacia in questi anni, fronteggiando e sapendo contenere anche numerose pressioni, in alcuni casi poco cristalline, per la privatizzazione del settore e per la marginalizzazione della Ciip. Ha saputo creare con i sindaci dei 59 Comuni soci una forte comunione di intenti facendo diventare la Ciip una società ben caratterizzata industrialmente e un autentico punto di riferimento per altri gestori marchigiani. Lo ha fatto sapendo creare una collaborazione sinergica con il management e con tutto il personale a partite dagli operai per cui nutriva un sincero affetto».


Il confronto


Si ricorda, fra l’altro, la «sua prima battaglia nel 2011 per rendere bancabile il Piano d’ambito che ha segnato la svolta decisiva per l’industrializzazione del Sii delle Marche sud. La Ciip ha così potuto realizzare in questi anni tanti investimenti per le infrastrutture. Con la credibilità guadagnata sul campo è stato possibile acquisire poi oltre 100 milioni di finanziamenti a fondo perduto che hanno consentito alla Ciip di avviare opere strategiche quali il rifacimento dell’acquedotto del Pescara e la realizzazione dell’interconnessione acquedottistica Anello dei Sibillini che riguarda la messa in sicurezza delle popolazioni di più della metà del territorio della regione dalle ricorrenti crisi idriche»

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