Occhi puntati sul Pd
Parte la conta dei numeri

Manolo Bagalini e Nella Brambatti
Manolo Bagalini e Nella Brambatti
di LOLITA FALCONI
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Venerdì 13 Febbraio 2015, 22:29 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 12:50
FERMO - Il pallottoliere dice sei sicuri sicuri, cinque ormai convinti ma non ancora del tutto decisi, dieci che aspettano che i cinque di cui sopra ufficializzino la loro decisione per poi aderire anche loro, due incerti e impenetrabili e, infine nove ultras del sindaco Nella Brambatti che sarebbero disposti a tutto pur di andare avanti. E lo hanno dimostrato nelle ultime ore. Totale 32. Ecco i numeri del borsino delle dimissioni dei consiglieri. Il sindaco, con la sua decisione a sorpresa di ritirare le sue date venti giorni prima, ha rilanciato la palla nel campo dei partiti. Soprattutto del Pd. Ed è proprio il suo partito che, in queste ore, sta verificando la percorribilità di una strada che è sì in salita ma è anche l’unica veramente rimasta per chiudere in fretta e senza ulteriori passaggi politici la consiliatura, tornare al voto già a maggio, evitando un anno di governo senza numeri, maggioranze variabili, tensioni politiche e, forse, anche, alla fine, di commissariamento. La strada si chiama dimissioni dei consiglieri. E’ il “metodo Porto San Giorgio”, utilizzato per chiudere l’esperienza Agostini. Ma servono i numeri. Serve la maggioranza più uno dei consiglieri che per Fermo significa almeno diciassette persone che si dimettono contemporaneamente davanti ad un notaio. Diciassette, sì. E debbono farlo entro e non oltre il 20 febbraio, giovedì prossimo, termine ultimo per votare a maggio. I numeri ballano, cambiano di ora in ora e da qui la necessità di aiutarsi con un bel pallottoliere colorato.

Stando a quanto trapelato fino a ieri sera, dall’incrocio delle telefonate, al netto di bluff, frasi dette a mezza bocca e tatticismi, i convinti, coloro che cioé sono già pronti senza se e senza ma a dimettersi sono Andrea Morroni della Federazione della Sinistra, Annalisa Cerretani e Patrizio Capriotti di Fermo libera, l’indipendente Giulia Torresi, il civico Luciano Romanella e il centrista Gaetano Massucci. E sono sei. Ma gli occhi sono puntati sul Pd: è dal partito di maggioranza che tutti si aspettano la prima mossa. Perché molti componenti dell’opposizione, specie quelli che fanno riferimento ai partiti più strutturati, vedi Udc, FdI-Destra e Forza Italia, vorrebbero evitare l’ennesima iniziativa della minoranza che finisce per rimanere un fatto simbolico (la minoranza ha in più occasioni proposto mozioni di sfiducia che poi si è trovata a dover votare da sola). Decisiva sarà dunque l’iniziativa del Pd. Che, ormai lo sanno anche i piccioni di corso Cefalonia, è spaccato tra i tifosi di Brambatti (per lo più vecchia guardia e civatiani) e coloro che invece considerano questa esperienza sostanzialmente conclusa e vorrebbero chiuderla qui. E sarebbero cinque i consiglieri del Pd che starebbero seriamente pensando di dimettersi per dare sostanza al pallottoliere: Manolo Bagalini, Luciano Diomedi, Paolo Nicolai, Luca Marzoni e Pierluigi Malvatani. Sono abbastanza convinti ma non ancora decisi. Poi ci sono i dieci che condizionerebbero le loro dimissioni all’iniziativa del Pd: Giovanni Lanciotti, Lorenzo Croce di Fm si muove, Simone Capriotti, Mariantonietta Di Felice, Valerio Ficcadenti e Mauro Torresi del Pdl, Elvazio Capriotti, Giampiero Gallucci e Nello Raccichini dell’Udc e Gianluca Tulli della Destra. Infine i due ancora indecisi: Francesco Nigrisoli ed Edgardo Romagnoli. Tutto il resto, ovvero nove consiglieri, seppur con sfumature e sensibilità diverse, sono i Brambatti-boys. Si comporrà il puzzle da qui a giovedì? “Aspettiamo tutti l’iniziativa del Pd per capire che piega prenderà questa ennesima crisi”, chiosa Giampiero Gallucci che stasera riunirà il direttivo dell’Udc. Riflettori accesi sul Pd. che ha pochi giorni per decidere le sorti della consiliatura.

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