Accusata di omicidio volontario, Pavlina non risponde ai giudici. Per la Procura è stata lei a uccidere la figlioletta di sei anni dando poi fuoco all’appartamento

Accusata di omicidio volontario, Pavlina non risponde ai giudici. Per la Procura è stata lei a uccidere la figlioletta di sei anni dando poi fuoco all’appartamento
Accusata di omicidio volontario, Pavlina non risponde ai giudici. ​Per la Procura è stata lei a uccidere la figlioletta di sei anni dando poi fuoco all’appartamento
di Laura Meda
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Martedì 21 Luglio 2020, 07:00

FERMO  - Non ha aperto bocca la madre della piccola Jennifer, Pavlina Mitkova, comparsa ieri davanti alla giudice del tribunale di Fermo, Teresina Pepe, per l’interrogatorio di garanzia, disposto a seguito della formulazione del nuovo capo di accusa. All’incendio doloso si è aggiunto ora l’omicidio volontario aggravato dal rapporto parentale. E’ stata lei, secondo il sostituto procuratore Francesca Perlini, a uccidere la notte tra il 7 e l’8 gennaio scorsi a Servigliano, la figlioletta di sei anni, dando poi fuoco all’appartamento per nascondere le tracce. Se la Mitkova si era sempre professata estranea ai fatti, ribadendo più volte di non avere nulla a che fare con l’incendio, ieri la donna si è avvalsa invece della facoltà di non rispondere. «Del resto – spiegano i suoi legali, gli avvocati Emanuele Senesi e Gianmarco Sabbioni – la nuova ordinanza è stata notificata solo venerdì e poi tradotta in bulgaro, Pochi dunque i giorni a disposizione per la difesa». 

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Difesa che dunque si prenderà del tempo per analizzare, con i propri consulenti, la perizia depositata dal medico legale Alessia Romanelli, affiancata dal tossicologo Rino Froldi e dall’anatomopatologo Marco Valsecchi. «Sono accertamenti molto complessi – afferma l’avvocato Senesi – e molti restano i dubbi e i punti oscuri sulla morte della piccola Jennifer». Come dimostra il fatto che, ad oggi, ancora non è stato dato il nulla osta alla sepoltura della salma, probabili ulteriori approfondimenti sul corpo della piccola. La perizia, affermano i legali della Mitkova, è tutt’altro che risolutiva. Secondo la relazione della dottoressa Romanelli, la piccola Jennifer sarebbe morta per asfissia durante il sonno, soffocata da un corpo morbido, forse un cuscino. Non vi sarebbero segni di violenza sul corpo della piccola, ma è esclusa la morte naturale: si parla nella perizia di “”ragionevole certezza”” riguardo all’ipotesi dell’omicidio. 

«Un quadro puramente indiziario» secondo l’avvocato Sabbioni, che, sottolineando come la piccola soffrisse di alcune patologie polmonari pregresse, parla della mancanza di una prova certa e inequivocabile del delitto. La relazione sulla morte della piccola Jennifer, nella mani dei legali solo da ieri mattina, sarà spulciata dal consulente della difesa Adriano Tagliabracci alla ricerca di eventuali incongruenze. Il processo insomma deve ancora iniziare ma già si preannunciano battaglie a suon di perizie. Determinante sarà anche la consulenza della criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, chiamata dalla difesa per delineare la posizione della Mitkova e capirne l’eventuale movente, ad oggi completamente sconosciuto. 

Gli avvocati della donna hanno chiesto al Gip di autorizzare un colloquio tra la propria assistita e la dottoressa. Da sette mesi la Mitkova è chiusa in carcere, senza la possibilità di interagire con nessuno, «è una donna estremamente provata, taciturna e chiusa – racconta l’avvocato Senesi – parlare con la Bruzzone potrebbe aiutare a far luce sugli innumerevoli punti oscuri di questa vicenda».

La giudice Pepe si è riservata un paio di giorni per decidere sul colloquio così come sulla richiesta, da parte della difesa, degli arresti domiciliari al posto della custodia cautelare in carcere, istanza probabilmente destinata a essere rigettata, vista la gravità della nuova accusa a carico della donna.

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