FERMO - Medici di medicina generale pronti a scendere in campo per i tamponi rapidi. A patto di poterlo fare in sicurezza. Sarebbe convinta a rispondere sì all’appello di Filippo Saltamartini, buona parte dei medici di famiglia del Fermano.
L’assessore regionale alla Sanità vorrebbe coinvolgerli, insieme ai farmacisti, in un massiccio tamponamento dei marchigiani. Mentre il numero dei contagi si impenna, la nuova amministrazione regionale vorrebbe raddoppiare i test giornalieri, che si aggirano sui 2.200.
Va da sé che i drive-in non basteranno più per eseguirli. In quello di via Leti, ogni giorno, si fanno circa 500 tamponi, tra quelli del Dipartimento di prevenzione e quelli prescritti da pediatri e medici di famiglia. Da qui, la volontà di coinvolgere questi ultimi ed, eventualmente, i farmacisti nel tamponamento di massa che la Regione starebbe organizzando per mappare i contagi. «Siamo pronti a metterci a disposizione, ma valutando, caso per caso, la possibilità di garantire le norme di sicurezza. Da parte nostra, non c’è alcuna preclusione per principio, ma ognuno dovrà fare la sua parte». A parlare è Anna Maria Calcagni, a capo dell’Ordine dei medici di Fermo, l’organismo che, in questi giorni, sta rinnovando il Consiglio. La presidente uscente era il lizza per un nuovo mandato. Oggi si saprà se è stata riconfermata.
Il carico di lavoro
Il Comune
Problemi di organizzazione segnalati anche dal sindaco di Porto San Giorgio Nicola Loira: «La Regione - dice - non riesce ad aggiornare con tempestività i dati che invia ai sindaci. Il virus corre molto più velocemente anche nella nostra città, tanto che la dirigente dell’Isc Nardi ha dovuto sospendere l’attività didattica in 5 classi, tra primaria e medie, per altrettanti casi di positività. Inoltre alcuni sangiorgesi si trovano ricoverati in ospedale avendo manifestato serie difficoltà respiratorie. Sono momenti difficili: l’assessorato ai Servizi sociali con il Gruppo Volontari di Protezione civile e la Croce Azzurra hanno ricostituito la rete di assistenza alle persone bisognose di aiuto come malati e famiglie in quarantena».
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