Intelligenza artificiale e start-up, rivoluzione hi-tech da governare. Foto generica

Intelligenza artificiale e start-up, rivoluzione hi-tech da governare

di Michele Germani
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Lunedì 11 Dicembre 2023, 02:30

La rivoluzione digitale che ha pervaso l’economia negli ultimi anni ha cambiato radicalmente il quadro delle imprese globali. Moltissime nuove aziende che fino a 30 anni fa neanche esistevano, grazie alla rivoluzione portata da Internet, si sono imposte diventando i grandi colossi economici della nostra epoca. Aziende come Amazon, Meta e Google fino a pochi anni fa erano semplicemente delle start-up, fondate da giovani imprenditori con grandi idee, mentre oggi guidano l’economia mondiale. In questi ultimi anni si sta verificando una seconda rivoluzione basata sul digitale e che vede al centro l’Intelligenza Artificiale.

I risvolti nei prossimi anni non sono facili da prevedere, ma sicuramente le opportunità saranno enormi per chi vuole creare nuove imprese basandosi su queste tecnologie. Secondo le stime di varie società che si occupano di analisi di mercato, il volume di affari si attesterà su due trilioni di euro nel 2030. Nell’arco di appena un paio d’anni, le start-up legate all’intelligenza artificiale hanno portato cambiamenti rivoluzionari in diversi settori. Ad esempio, nel settore sanitario, start-up come Babylon Health e Path AI utilizzano l’intelligenza artificiale per rilevare malattie e migliorare la cura dei pazienti. Nel settore finanziario, le piattaforme di pianificazione finanziaria abilitate all’intelligenza artificiale come Trim o N26 stanno personalizzando le soluzioni finanziarie dei consumatori a livelli mai ritenuti possibili. Nel settore dei trasporti, startup come ArgoAI e Waymo stanno sfruttando l’intelligenza artificiale per l’implementazione di veicoli autonomi. Altre start-up hanno adottato un approccio più intersettoriale, fornendo servizi che sfruttano la tecnologia dell’intelligenza artificiale in più settori. L’esempio più importante finora è la ben nota ChatGPT, la piattaforma chatbot abilitata all’intelligenza artificiale sviluppata da Open AI e lanciata alla fine del 2022. In pochi mesi, il modello di elaborazione del linguaggio naturale è stato utilizzato da milioni di persone, un incremento senza precedenti nella storia delle start-up.

Tre aspetti, però, sono da tenere in considerazione per creare il substrato necessario a sviluppare un ecosistema locale favorevole a cavalcare questa rivoluzione: la ricerca, la formazione e la legislazione di riferimento. I primi due ambiti richiedono investimenti pubblici e privati ingenti sulle persone. Occorre acquisire le conoscenze sulle tecnologie, sperimentare le applicazioni e formare una serie di figure professionali in grado di gestire tutti gli ambiti correlati alla tecnologia. Il nucleo base per poter fare questo è costituito da Università e grandi imprese nel settore IT. Subito dopo è necessario investire su chi ha idee innovative in modo che possa mettersi alla prova creando nuove imprese. In tal senso le Marche potrebbero essere un laboratorio interessante, partendo dalla possibile sinergia tra le 4 Università regionali, dove queste nuove tecnologie sono già studiate, pensiamo ad Ancona, Camerino ed Urbino con i loro corsi in Informatica, e dove si formano persone in grado di affrontare gli aspetti legati all’applicazione della tecnologia, ad esempio Macerata con le competenze in Scienza della Formazione e nella Giurisprudenza.

Un Centro tra Atenei per la ricerca applicata e l’incubazione di spin-off potrebbe essere il modello da mettere in campo, in modo tale da fare massa critica e ritagliarsi un ruolo in un panorama mondiale che sarà molto competitivo. Il terzo aspetto, ossia la legislazione di riferimento, però, va guardato con molta attenzione per avere un quadro completo.

Al vertice del G7 del maggio 2023, i leader mondiali hanno chiesto lo sviluppo e l’adozione di standard tecnici per mantenere l’intelligenza artificiale “affidabile”, affermando che la governance non ha tenuto il passo con la crescita della tecnologia. Di questi giorni proprio l’approvazione del pacchetto di regole Europee sull’Intelligenza Artificiale, di cui torneremo a parlare. La legge stabilisce una serie di requisiti per gli sviluppatori di intelligenza artificiale, come fornire agli utenti informazioni chiare su come funzionano i loro algoritmi e spiegazioni su come vengono prese le decisioni. Ciò sta sollevando la preoccupazione delle start-up europee perché le normative potrebbero renderle meno competitive. Da un sondaggio del dicembre 2022 condotto su 113 start-up IA con sede nell’UE è emerso che il 50% degli intervistati riteneva che l’AI Act avrebbe rallentato l’innovazione in Europa, mentre il 16% stava valutando la possibilità di interrompere le operazioni o di trasferirsi al di fuori dell’Ue. Negli Stati Uniti attualmente non esiste una legge federale che regola l’uso dell’intelligenza artificiale, sebbene una guida volontaria per le agenzie federali sia stata pubblicata nel Blueprint for an AI Bill of Rights. Diversi Stati hanno iniziato a compiere passi propri. Ad esempio, nel 2022, New York ha approvato la AI Bias Law, che vieta ai datori di lavoro di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per selezionare potenziali candidati, a meno che non possano dimostrare di non utilizzare fattori di distorsione nel loro modello. La California sta valutando un disegno di legge che impone alle aziende di rivelare ai singoli individui come i loro algoritmi di intelligenza artificiale siano arrivati a “decisioni consequenziali”.

È interessante notare che l’approccio dell’UE alla regolamentazione dell’IA è una strategia orizzontale, mentre gli Stati Uniti si muovono verso un approccio più specifico per ogni sottosettore. Gli approcci variano, ma emerge un tema comune: la trasparenza. Nella fretta di sviluppare una tecnologia IA all’avanguardia in un settore ipercompetitivo, molte start-up hanno apparentemente trascurato questa componente fondamentale. Ciò è un peccato, poiché la velocità e le potenziali conseguenze materiali delle tecnologie di intelligenza artificiale rendono la trasparenza molto più essenziale. D’altra parte, divenire conformi alle leggi se sarà troppo oneroso spegnerà le speranze di molte start-up innovative. 


*Referente Trasferimento Tecnologico e Direttore DIISM, Università Politecnica delle Marche

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