Sei anni fa, nell’ambito del festival Cinematica (a proposito, la nuova edizione inizia venerdì prossimo), Peter Greenaway fu alla Mole di Ancona. Tenne una conferenza torrenziale, sempre parlando a braccio. In un’ora e mezzo, fece carne di porco di quasi tutta la storia del cinema e, quanto alle sale, ne pronosticò la rapida estinzione. Vado a memoria: «Ad Amsterdam, i ragazzi non ci vanno già più, al cinema». Detto con assoluta indifferenza e forse una punta di soddisfazione (eppure Greenaway è di quei cineasti che su uno schermo men che megalodontico rendono la metà, finisci sicuro per non notare quel microdettaglio chiave collocato laggiù, sullo sfondo dell’inquadratura). Accadeva nel 2017, ripeto. Durante la pandemia poi, e nei primi (tanti) mesi di ritorno alla normalità, è stato tutto un suonare il de profundis per i cinema. La paura del contagio sarebbe durata per sempre, lo streaming avrebbe trionfato, tutti inchiodati davanti agli schermi domestici. E la cosa non sembrava preoccupare o dispiacere più che tanto alla quasi totalità dei produttori e a buona parte degli utenti. Poveri esercenti, d’accordo, ma i produttori confidavano che gli incassi sulle piattaforme avrebbero compensato i mancati introiti al botteghino mentre parecchi spettatori si dicevano ben lieti di non dover più uscire di casa, cercare parcheggio, prendere freddo addirittura (come se golf e cappotti non fossero stati inventati, e pure gli ombrelli), mentre la possibilità di mollare un film poco gradito dopo una manciata di minuti appariva loro irrinunciabile. E che meraviglia non rischiare più di condividere la proiezione con lo spettatore rumoroso o con lo spilungone destinato invariabilmente ad accomodarsi davanti a te. E invece, sorpresa: sembra proprio che non finirà così. Il Covid ha sforbiciato parecchi schermi e però non tantissimi: oltre un centinaio su circa 3200. E le sale che hanno resistito stanno cominciando a ripopolarsi, anche a prescindere dal fenomeno “Barbienheimer”: un film come “Io, Capitano”, un anno fa i tre milioni non li avrebbe visti nemmeno col binocolo. E sul Corriere Adriatico di martedì ecco apparire una piccola notizia molto bella.
*Opinionista e critico cinematografico