C'è una cosa che mi sfugge nella faccenda del pandoro Balocco griffato Chiara Ferragni. Ce ne sono diverse in verità, ma partiamo da qui: come un essere razionale possa decidere di pagare 12 euro o giù di lì un dolce che, non griffato, ne costa all'incirca 6. Per far contenti i figli follower ferragnani: la risposta esatta sarà questa. Ma ci sono mille modi per far contenti i mocciosi. Sotto Natale, poi. Moccioso, o più probabilmente mocciosa: «Papà, papà, mi compri il pandoro di Chiara Ferragni?». Papà: «Scòrdatelo. Te ne compro due piuttosto. Però normali, quello lì no». Mocciosa tignosa: «Ma guarda che Chiara ha firmato il pandoro per beneficenza». «Anche papà fa beneficenza, anche la mamma. Senza sbandierarlo a destra e a manca, non è mica bello vantarsi». «Ma io lo voglio, lo voglio e lo voglio!». «Ah sì? Bene. Ma nemmeno un gioco sotto l'albero. Scegli». Dovrebbe andare così. Si chiama rispetto del denaro. E pure del pandoro, che è dolce di tradizione, dolce dignitoso. Mentre nella versione Ferragni è dolce modaiolo (pardon, trendy), con lo zucchero a velo rosa, con lo stencil (il mascherino) incluso per realizzare la decorazione che non ho capito cosa rappresenti, son 6 strisce spesse verticali che sormontano due sbaffi curvi, vabbè. L'influencer di tutti gli influencer ha anche realizzato un tutorial per mostrare come rivestir di rosa il povero pandoro, così elegante e invitante nel rivestimento bianco solito (regalo l'idea: l'anno prossimo, perché non includere nella confezione qualche cucchiaiata di gelato squagliato gusto puffo? Perché nessuno pensa a riportare in auge il gusto puffo? Eppure il vintage tira).
Comunque, si deve procedere in questo modo. Aprire la confezione senza sbregarla come faccio io ma coi pochi, sapienti, eleganti gesti di Chiara. Posizionare lo stencil sulla sommità del pandoro («Con le alette sopra!»), attraverso un colino far cadere sullo stencil lo zucchero a velo che guai a chiamarlo zucchero a velo bensì "lo spolvero", rimuovere lo stencil, rimirare le 6 sbarre verticali eccetera, provare (immagino) un brivido di piacere sentendosi parte di un club esclusivo, il suddetto pandoro firmato essendo prodotto in limited edition (yeah!), e finalmente mangiare.
*Opinionista e critico cinematografico