Un lungo inverno al semibuio e al semigelo onde non essere ridotti in miseria da bollette esorbitanti? Sempre ammesso e purtroppo non concesso che tutto il gas preventivato effettivamente arrivi, in caso contrario addio “semi”. La prospettiva non è allettante.
E allora? Lagna Continua, Depressione Preventiva o ricerca di soluzioni alternative, originali, clamorose? La seconda, direi. Soluzioni scientifiche, d’altro canto. Roba verificata. Ne ho selezionate alcune, a integrazione dei decaloghi per risparmiare che trovate ovunque, e che per creatività non brillano. 1) Per la cottura dei cibi, niente padella, tantomeno il forno. Gli schiaffi, piuttosto. Generano calore. Per cuocere un pollo basta prenderlo a sberle. Non è uno scherzo, giuro. Menarlo moltissimo, fortissimo. E lui si cuoce: lo dice la fisica, mica io. Uno youtuber ha eseguito l’esperimento, picchiando il pollo morto non con le sue manine ma mediante un macchinario apposito. Sono servite circa 23mila sberle, una via l’altra in rapida successione, ché se uno schiaffo innalza la temperatura, fra uno schiaffo e l’altro il pollo si raffredda. Piccolo dettaglio: il pollo cotto a schiaffi, lo youtuber, vigliacchetto, non se l’è mangiato. Fate voi la prova del gusto, magari legnando una fettina, necessita di meno sberle. Poii comunicatemi se è commestibile. 2) Per la mobilità urbana ed extraurbana. L’auto, anche no. La bicicletta, per carità: coi lampioni spenti o accesi a metà si rischia serio. Invece: palloncini. Come nel capolavoro Pixar “Up!”. Un palloncino gonfiato a elio solleva un peso di circa 25 grammi. Se vi aggrappate a tantissimi palloncini - fate voi il conto in base al vostro peso - volate. Pilotare simile velivolo non so come lo si possa fare: impareremo commettendo errori, come sempre accade nella vita. E in ogni caso, se, dovendo andare a Macerata, ci ritroveremo, trascinati da correnti d’aria dispettose e indomabili, a Bardonecchia, ebbene visiteremo Bardonecchia. Magari qualcuno si innamorerà di quella cittadina, inizierà lì una nuova vita.
3) Per riscaldare case, scuole, uffici, cinema, teatri: la pietra focaia. Dai, ammettiamolo, la pietra focaia è uno fra i pochissimi ricordi dei nostri anni di scuola, assieme a base per altezza diviso due, alla ziggurat che il sumero ci saliva e pregava, a Giulio Cesare pugnalato, a vassalli valvassori valvassini (chiunque essi fossero), agli Ittiti (idem, solo il nome) e ai capoluoghi della Basilicata (Potenza, Matera, stop).
*Opinionista e critico cinematografico