La lezione di Benedetto XVI esempio di comunicatore

La lezione di Benedetto XVI esempio di comunicatore

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 8 Gennaio 2023, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 11:48

Appena celebrate le esequie di Benedetto XVI, per la Chiesa si concludono dieci anni inediti nei quali, all’interno del recinto di San Pietro, abbiamo avuto un Papa regnante e un Papa emerito. Una ricchezza spirituale sorprendente. Con la testimonianza di questi due pastori tanto diversi tra loro eppure tanto uniti da una fraternità straordinaria in tutti i sensi. E ora abbiamo tutti perso un grande Padre della Chiesa, un vero pastore mite e umile di cuore. La stabilità interiore e la fortezza evangelica lo hanno reso una guida sicura e luminosa per la Chiesa e per il mondo. Benedetto XVI con la sua “fede e ragione” è riuscito a comunicare con tutti, anche con i lontani e con quelle altre religioni che dopo averlo conosciuto più da vicino hanno poi imparato ad apprezzarlo e ad amarlo.

Joseph Ratzinger, con la sua vita al servizio della Chiesa, insegnava che la ragione priva della fede rischia di implodere. Il Papa emerito è stato un vero contemplativo da sempre, come studioso è stato animato da un amore appassionato per le lettere unito alla ricerca di Dio. Il motto benedettino “Quaerere Deum” ha trovato attuazione nel suo modo di essere. Così come in tutto quello che ha scritto c’era l’uomo di Dio, l’uomo di preghiera, l’alter Christus. La coerente volontà di trasmettere la tradizione apostolica espose Benedetto XVI alle polarizzazioni ideologiche delle opposte correnti: da un lato i puristi della fede contrari a qualunque apertura alla modernità e dall’altro i fautori di un continuo aggiornamento di forme e contenuti dell’appartenenza religiosa.

L’inflessibile fedeltà alla dottrina che lungo quattro decenni trasformò Joseph Ratzinger nell’emblema dell’ortodossia cattolica fu motivo di incomprensioni e opposte forzature nella pubblicistica e sui mass media. Sotto il fuoco incrociato delle critiche finirono persino le sue prese di posizione in difesa dei più poveri tra i poveri: i bambini non nati. Nelle parole del suo testamento spirituale risuona il fondamentale monito al mondo scientifico che, pur essendo importante, non potrà mai sostituirsi alla Verità, quella che non conosce tramonto e che neanche la ricerca scientifica potrà mai cancellare dalla storia.

Scendere dal Soglio di Pietro è stato un modello di servizio alla Chiesa.

Un momento inatteso ma divenuto negli anni abituale ha simbolicamente confermato quanto la sua assenza sia stata in realtà, come cantava Fabrizio De André, una più forte presenza. E lo dimostra la visita che gli hanno sempre reso al termine dei concistori i neo-cardinali accompagnati dal Papa regnante Francesco in un viaggio di poche centinaia di metri in realtà di vastissimo respiro spirituale con destinazione il monastero Mater Ecclesiae, divenuto, dopo i due primi mesi di Castel Gandolfo (28 febbraio-2 maggio 2013), la casa e il luogo di ritiro e di preghiera del Papa emerito. Benedetto XVI è stato avversato dalle tenebre di quel mondo che non sopportava il suo magistero perché scendeva in profondità toccando le corde del cuore ma anche illuminando la ragione. Tutte le azioni contro il Pontefice sono state la conseguenza dell’opera nefasta e crudele di questi servi del maligno che non tolleravano l’umiltà e quindi l’intelligenza del Vicario di Cristo. Lo sfregio più inconcepibile è stato negargli la possibilità di parlare all’Università La Sapienza di Roma.

Una pagina che si tende a dimenticare ma che di fatto fu un autogol di chi contraddiceva la missione democratica, dialogante e aperta dell’insegnamento. E cioè confrontarsi senza mai escludere o impedire di diffondere una saggezza diversa e lontana dalla propria visione del mondo. Quante cattiverie e quante calunnie ha dovuto accogliere spesso senza neanche potersi difendere... Questa è la comune storia di tanti Pontefici che entrano nei molteplici vortici di quel mondo che resta in superficie e giudica per sentito dire o addirittura inventa teorie solo per il sordido piacere di diffondere il male. Ma Benedetto XVI non smetterà di insegnare e sollecitare le coscienze dei tanti studiosi, dei seminaristi, dei cercatori di Dio affinché siano veri seguaci di quel Gesù che lui ha amato tanto, fino alla fine.

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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