La Quaresima è il risveglio di ogni cuore atrofizzato

La Quaresima è il risveglio di ogni cuore atrofizzato

di don Aldo Buonaiuto
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Domenica 18 Febbraio 2024, 03:30

«La vita non è una recita, e la Quaresima ci invita a scendere dal palcoscenico della finzione, per tornare al cuore, alla verità di ciò che siamo. Tornare al cuore, tornare alla verità». È la provocazione di Papa Francesco all’inizio del cammino quaresimale appena iniziato mercoledì scorso con le Ceneri. Nella Quaresima, Dio dona all’uomo, tramite la Chiesa, tre rimedi per riaccendere l’amore nei cuori: la preghiera, il digiuno e l’elemosina. La preghiera, che dà un senso all’esistenza umana ed è, per chi ha fede, un dono meraviglioso perché consente di instaurare un contatto diretto col Creatore, si dovrebbe trasformare in un appuntamento da vivere tutti insieme nella famiglia.

L’indicazione di digiunare, oltre a rappresentare una privazione dal cibo, si può realizzare anche in altre forme di digiuno come ad esempio la rinuncia a quei mezzi tecnologici e a quei social che, in diversi casi, hanno paradossalmente la capacità di isolare la persona dal proprio contesto vitale impedendo un autentico incontro con l’altro. L’elemosina è la capacità di condividere, la libertà di donarsi a partire dai piccoli gesti di amore gratuito. Solo così, come ha spiegato il Pontefice nella Messa delle Ceneri, si riesce ad «amare i fratelli che abbiamo accanto, essere attenti agli altri, vivere la compassione, esercitare misericordia, condividere ciò che siamo e ciò che abbiamo con chi è nel bisogno».

«Per questo preghiera, elemosina e digiuno – ha puntualizzato il Papa nel messaggio per la Quaresima 2024 – non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà». Il forte invito è quindi quello di alimentare la fede mediante un ascolto più attento e prolungato della Parola di Dio, la partecipazione ai Sacramenti e, nello stesso tempo, di crescere nella carità. Con la fede si entra nell’amicizia con il Signore, con la carità si vive e si coltiva quest’amicizia. Il messaggio del Vangelo rischia di essere svilito se non viene incarnato nella quotidianità e non cambia profondamente il modo di essere e agire dell’uomo.

Non è possibile proclamarsi cristiani e al contempo ignorare il Sacramento della confessione, strumento fondamentale per liberarsi della corazza fatta di superbia, arroganza, giudizio e abbandonare “l’uomo vecchio”. La Quaresima diventa così il periodo propizio per convertirsi, per allontanarsi dalle abitudini sbagliate, con vizi, peccati ed egoismi, rinnovandosi nella mente e nell’anima. A livello personale, ma anche comunitario.

Secondo Papa Francesco, infatti, è necessario ripensare insieme gli stili di vita: «Le abitudini negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione di chi non è visto o è disprezzato. Invito ogni comunità cristiana a fare questo: offrire ai propri fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore». È indispensabile modificare quegli stili di vita superficiali, capaci di imprigionare l’individuo in una sorta di mediocrità morale rendendolo complice delle ferite procurate al Creato in una società ingiusta e disumana che non tiene più il passo dei deboli ed è sempre più orientata a cercare soddisfazioni effimere con beni illusori. Sembra quasi incredibile che «un’umanità giunta alla soglia della fraternità universale e a livelli di sviluppo scientifico, tecnico, culturale, giuridico in grado di garantire a tutti la dignità» – come osservato dal Pontefice – si trovi ancora a brancolare «nel buio delle diseguaglianze e dei conflitti».

In  questo scenario i cristiani hanno dinanzi la Quaresima per guardare con profondità nella propria coscienza chiedendo al Creatore la luce del vero cambiamento, la conversione sincera, riscoprendo il significato della croce di Gesù, unico testimone di speranza anche per i non credenti. Mettersi in silenzio dinanzi al Signore aiuta a colmare quegli spazi aridi dell’indifferenza e del risentimento che invadono ogni giorno un mondo sempre più desideroso di amore e di giustizia.

*  Associazione Comunità  Papa Giovanni XXIII

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