Comprare il tempio dello spirito è un peccato agli occhi di Dio

Comprare il tempio dello spirito è un peccato agli occhi di Dio

di don Aldo Buonaiuto
4 Minuti di Lettura
Domenica 11 Febbraio 2024, 04:45

Una settimana di preghiera, riflessione e mobilitazione. Migliaia di persone hanno aderito agli eventi realizzati per la Giornata internazionale di preghiera e consapevolezza contro la tratta degli esseri umani dell’8 febbraio, memoria di santa Bakhita, la suora sudanese simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro questo flagello. All’Angelus di domenica scorsa è stato significativo vedere Papa Francesco salutare 50 giovani giunti a Roma da tutti i continenti per partecipare a sessioni di formazione e sensibilizzazione sulla tratta. «Nessuno è nato schiavo, tutti siamo al mondo per essere fratelli», afferma Nelson Mandela. I trafficanti di esseri umani sfigurano la dignità.

Lo sfruttamento e l’assoggettamento limitano la libertà e rendono le persone oggetti da usare e scartare. Esistono catene apparentemente invisibili che non scuotono le coscienze come quelle che abbiamo visto in questi giorni su tutti i mass media. A essere incatenate sono le nostre figlie, sorelle e madri scaraventate sulle strade d’Italia. Vengono stuprate in cambio di soldi che tra l’altro non andranno mai nelle loro tasche bensì in quelle del racket della tratta e della prostituzione (terzo business illegale al mondo). Dopo il lungo tempo pandemico in cui il fenomeno si era ridotto, il mercimonio coatto è ripreso e riesploso con forza sconvolgente.

Sembra cambiata, però, la percezione, improntata a una certa tolleranza, a una maggiore indifferenza e soprattutto all’assenza di uno Stato che faccia sentire la propria volontà nel colpire questo ignobile crimine contro gli esseri umani. Quando parliamo di prostitute stiamo infliggendo un marchio a persone come noi: sono le nostre figlie cadute nella trappola dei trafficanti. «Nessuna donna nasce prostituita ma c’è sempre qualcuno che ce la fa diventare», ripeteva incessantemente il Servo di Dio don Oreste Benzi, pioniere della lotta contro i moderni schiavisti. Appena iniziò a parlarne fu bersaglio di derisione e vennero bollate come esagerate le denunce pubbliche rivolte ai trafficanti di esseri umani ma anche a coloro che sono di fatto la causa di questo ignobile mercato: i clienti.

Il Papa indica all’umanità e alla Chiesa la missione individuale e comunitaria di abbracciare gli ultimi e i più deboli. Francesco sollecita continuamente i governanti a combattere qualsiasi forma di oppressione e di sfruttamento, nel rispetto degli insegnamenti evangelici. Questo appello non va soltanto rispettato ma deve essere pienamente accolto richiamandoci a un impegno cristiano nei confronti di ogni persona sofferente perché privata della sua autonomia e del rispetto cui ha diritto.

A essere reclutati e schiavizzati sono soprattutto gli impoveriti dalla crisi economica, dalle guerre, dai cambiamenti climatici e dall’instabilità globale del terzo conflitto mondiale a pezzi. La risposta può arrivare solo dalla consapevolezza di dover unire le forze per tessere reti di bene, per diffondere la luce che viene dal Vangelo. A partire da misure concrete come la tempestiva identificazione e la protezione dei soggetti più fragili nelle aree di confine. Solo così si potrà garantire l’emersione dallo sfruttamento. Il Servo di Dio don Oreste Benzi ha dedicato la sua vita al soccorso delle “sorelline” distrutte dalla violenza dello sfruttamento sessuale.

Condividere è la chiamata a camminare insieme ai migranti, agli sfollati, a chi è in ricerca di un luogo dove vivere in pace e in famiglia, ai lavoratori invisibili in balia del caporalato nei campi e dell’accattonaggio forzato. Va riaffermato il valore della dignità umana. Nessuno può restare indifferente. Sui marciapiedi delle nostre città sembra scolpita una condanna antropologica: quella di trasformare la sopraffazione in una modalità di relazione sociale. L’esistenza umana non ha prezzo e quindi anche vendere il corpo non potrà mai essere considerato un lavoro. Così come acquistare sesso non sarà mai paragonabile al libero e autodeterminato atto di fare l’amore.

Comprare il «tempio dello spirito» come per le Scritture è la parte fisica dell’individuo, è un peccato agli occhi di Dio e deve essere ovunque un crimine per la legge dell’uomo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA