Papa Francesco

Dalle Palme la necessità di vivere la carità sempre

di don Aldo Buonaiuto
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Domenica 24 Marzo 2024, 17:30

Con la Domenica delle Palme, celebrata oggi in tutto il mondo, inizia la Settimana Santa, che culminerà nel Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto. Per la fede cristiana questo è un tempo particolarmente sacro, il più importante dell’anno. Storicamente la Domenica delle Palme è l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. È l’incontro del Nazareno con quanti lo riconosceranno come il Messia e con coloro che lo condanneranno a morte. Nella Settimana Santa, che ci conduce alla Pasqua, avvertiremo il disprezzo dei capi del suo popolo e i loro tranelli per farlo cadere. Abbandonato e rinnegato da tutti, percorrerà la via dolorosa della croce, ricoperto di insulti e derisione.

Secondo Papa Francesco la croce è «cattedra di Dio» attraverso la quale «il Signore ci insegna che la gloria vera, quella che non tramonta mai e rende felici, è fatta di dono e perdono»; infatti Gesù «ha dispiegato al massimo l’amore di Dio, rivelandone pienamente il volto di misericordia, donandoci la vita e perdonando i suoi crocifissori». Mai quanto in tempo di guerra le palme sono l’opposto dei fucili. E i credenti sono chiamati a contrastare fattivamente l’attuale deriva bellica. Il successore di Pietro, infatti, definendo più volte la guerra una «pazzia», una «sconfitta», esorta a compiere ogni sforzo al fine di trattare, negoziare e finire i conflitti. Per interrompere la pericolosa spirale di arroganza, violenza e morte. «La Domenica delle Palme – insegna il Pontefice – ci ricorda che la vera grandezza non risiede nel potere o nella ricchezza, ma nell’umiltà e nella semplicità di un cuore che si apre all’amore di Dio».

D’altronde è l’amore la prima, e in fondo l’unica, vocazione della Chiesa, come Gesù stesso ha insegnato proclamando il comandamento della carità. La solennità delle Palme ci richiama all’urgente necessità di vivere la carità in ogni momento e in ogni luogo. Per i cristiani è fondamentale non far trascorrere invano la Settimana Santa, scegliendo di incontrarsi in modo serio con la grazia di Dio e il Sacramento della Riconciliazione. L’uomo è sempre più solo e soffocato persino dal vuoto.

L’umanità si barcamena tra la disperazione e l’indifferenza. L’altro, il prossimo più vicino, è invece sempre più lontano e anche l’ipertecnologia avanzata della comunicazione, con i social e l’intelligenza artificiale, possono contribuire ad allontanare i cuori, a soffocare le relazioni interpersonali, a eliminare gli affetti. In una realtà sociale così confusa e frastornata dalle tante lusinghe e contraddizioni continuamente proposte e, a volte, imposte dai mercenari del profitto, ecco una piccola luce, una fiammella, che viene ad illuminare la notte oscura dei nostri tempi pieni di conflitti.

Questo breve periodo che precede la Pasqua entra umilmente nella vita degli uomini, a partire da coloro che, pur dichiarandosi cristiani, sembrano non trovare più lo spazio neppure per Dio. I primi traditori e rinnegatori, infatti, furono proprio quei discepoli così tanto amati da Gesù e apparentemente così tanto protesi ad amarlo. La storia, in un certo senso, si ripete e anche il dramma antropologico si evolve mostrando, in modo sempre più amplificato, l’incapacità di ascoltare. L’ignoranza prevale sulla sete di verità e la banalizzazione di tutto provoca una sorta di autodistruzione.

Questa società, ancora una volta, grida: «crocifiggilo, crocifiggilo!», scegliendo il primo Barabba di turno, preferendo la sporca menzogna alla pura bellezza. Curiosamente, poi, molti atei diventano credenti sorprendendo pochi credenti che si comportano da atei; ma seguire Gesù è una cosa seria e cioè non potrà ridursi a un buon gesto estemporaneo così come non ci si potrà accontentare di scelte mediocri.

La Chiesa è costituita da tante persone diverse e nello stesso tempo unite da questo corpo mistico, il corpo di Cristo, impresso e formato da ogni singola anima battezzata. Questo corpo è santo, e quindi prezioso, per tutta l’umanità tanto quanto è segnato dalla debolezza, dalla miseria e dall’ignominia. La Settimana Santa è quindi un’occasione per coloro che si vogliono riavvicinare a Cristo Gesù, morto per risorgere insieme a noi.

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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