Avvento, impegno responsabile per non sprecare alcun giorno

Avvento, impegno responsabile per non sprecare alcun giorno

di don Aldo Buonaiuto
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Domenica 3 Dicembre 2023, 05:00

Oggi è la prima delle quattro domeniche di Avvento, un tempo di attesa, conversione e speranza in preparazione al Santo Natale. “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”, cantano gli angeli davanti alla grotta di Betlemme. Ma l’umanità sembra non desiderare veramente la pace considerando i conflitti attualmente presenti nel mondo, come la nuova recrudescenza della guerra in Medio Oriente, scatenata dagli attacchi di Hamas seguiti dalle operazioni e dai bombardamenti su Gaza da parte israeliana.

Gli scenari di conflitto sono drammaticamente numerosi, a cominciare da quello della martoriata Ucraina, del quale si parla ormai raramente, e gli scontri tra popoli e fazioni in ogni parte del globo, fino ai femminicidi e le violenze perpetrate in ambito familiare. È quella che Papa Francesco ha definito più volte «una terza guerra mondiale combattuta a pezzi». Nell’Avvento ogni cristiano è interpellato sul senso della vita ponendosi davanti al mistero di Colui che milioni di persone attendono in questo periodo. La parola Avvento deriva dal latino “adventus” e significa “venuta”: è il Signore della vita, il Creatore che irrompe nella storia degli uomini perché siano un popolo nuovo.

L’Incarnazione del Cristo è un fatto permanente, iniziato in un periodo preciso, oltre 2mila anni fa, ma che rimane sempre attuale. È la risposta al bisogno religioso inscritto nell’intimo della natura umana, quel desiderio insaziabile di avere una relazione vitale col Signore. I credenti vivono questo momento con un duplice stato d’animo: da una parte la certezza della presenza santificante di Gesù che è già tra noi, dall’altra la continua e operosa attesa che la sua stella possa splendere nelle tenebre di questo periodo così turbolento e caotico. Il Figlio di Dio che stiamo aspettando ci chiama a una fede autentica, non mediocre, non autosufficiente. Come quella professata dalla Vergine Maria che con il suo “sì” ha contribuito a cambiare la storia dell’umanità. Il tempo di Avvento è un dono prezioso durante il quale possiamo riscoprire che il Signore viene tra noi e ci prende per mano. A ciascuno è chiesto uno stile di vita fatto di impegno e responsabilità, affinché nemmeno uno dei nostri giorni sia sprecato.

Sarebbe importante tornare a riscoprire la Parola di Dio e riflettere sull’attualità di quanto afferma Gesù: «I grandi di questo mondo dominano le nazioni ed esercitano su di esse il potere, ma tra voi non sia così; chi vuole essere il primo tra voi sia l’ultimo, e colui che comanda come colui che serve!».

In ogni persona c’è una sete inestinguibile di verità che richiede coerenza e semplicità: «Il vostro linguaggio sia sì, sì, no, no, il resto viene dal maligno». In una vita frenetica e sempre “di corsa” nella quale non si riesce o non si vuol trovare mai il tempo per gli altri e specialmente per il Signore, spesso ci dimentichiamo di ciò che veramente conta e delle priorità da dare alle cose, a partire dalle persone che ci stanno accanto. La missione di noi cristiani, come testimonia incessantemente Papa Francesco, è proprio questa: portare consolazione agli afflitti, annunciare la liberazione ai prigionieri delle moderne schiavitù, restituire la vista a chi è curvo su sé stesso, ridare dignità a chi ne è stato privato, divenendo capaci di vincere la desolazione morale e spirituale.

Il Pontefice indica la strada da percorrere: dobbiamo lasciarci tutti evangelizzare dai poveri. «Ogni cristiano e ogni comunità – scrive nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium – sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, in modo che essi possano integrarsi pienamente nella società; questo suppone che siamo docili e attenti ad ascoltare il grido del povero e soccorrerlo». Nonostante i limiti e le debolezze, i cristiani e tutte le persone di buona volontà sono chiamati a costruire dei ponti verso il prossimo, vicino e lontano, da coraggiosi pellegrini di riconciliazione. Solo una società basata su una pace e una giustizia durature può infatti definirsi veramente progredita e in grado di saper rispondere ai reali bisogni dell’uomo.

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII 

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