Catasto, riforma 2024: cosa cambia? Tasse e nuovi strumenti per calcolo valore immobili, novità e obiettivi

Molti i cambiamenti attesi, soprattutto sulle modalità di calcolo del valore catastale

Riforma del catasto 2024, cosa cambierà? Novità, obiettivi e nuovi strumenti per il calcolo del valore degli immobili
Riforma del catasto 2024, cosa cambierà? Novità, obiettivi e nuovi strumenti per il calcolo del valore degli immobili
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Lunedì 16 Ottobre 2023, 16:13

Si riaccendono i riflettori sulla riforma del catasto. Con l'avvicinarsi della scadenza della seconda rata dell'Imu - fissata al 16 dicembre 2023 - il dibattito è stato infatti riaperto, nonostante nessun cambiamento interesserà quest'anno i proprietari di immobili.

Alcuni cambiamenti, però, saranno necessari, considerando che l'ultima revisione del catasto è avvenuta alla fine degli anni '80. Un tema, questo, che è sempre stato tra gli obiettivi del centro destra, e che quindi ora potrebbe trovare spazio, con una riforma che potrebbe entrare in vigore già nel 2024.

Gli obiettivi della riforma

Vediamo ora gli obiettivi che si propone di attuare la riforma del catasto:

  • Favorire la crescita economica del Paese;
  • Rendere più efficiente il sistema delle imposte;
  • Eliminare i micro-tributi;
  • Assicurare una maggiore progressività del sistema;
  • Contrastare evasione ed elusione fiscale.

La legge delega prevede poi l'intervento del Governo in due direzioni: il sistema di rilevazione catastale e l'integrazione di informazioni nel sistema catastale.

Il sistema di rilevazione catastale

Il primo intento della riforma è individuare attraverso nuovi strumenti il giusto classamento e l'esatto valore di ogni edificio per semplificare il sistema di tassazione per i cittadini. In particolare, la legge delega ha attribuito al Governo la possibilità di modificare il sistema della rilevazione catastale per modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze di terreni e fabbricati. Per questo motivo, dovranno essere introdotti degli appositi strumenti per i Comuni e per l'Agenzia delle entrate per poter classare in maniera corretta gli immobili. Questi enti dovranno quindi essere in grado di stabilire se gli immobili siano attualmente non censiti o non rispettino la reale consisenza di fatto e la relativa destinazione d'uso, ovvero la categoria catastale attribuita, verificare i terreni edificabili accatastati come agricoli e controllare gli immobili abusivi. Inoltre, per semplificare la burocrazia, dovranno essere inseriti anche strumenti e moduli organizzativi per favorire lo scambio di informazioni tra l’Agenzia delle Entrate e i Comuni.

 

Integrazione di informazioni nel sistema catastale

Come anticipato, il Governo dovrà poi provvedere all'integrazione delle informazioni nel catasto dei fabbricati distribuiti sull’intero territorio nazionale. Per farlo, come comunicato da fiscomania.com, dovranno essere seguiti alcuni specifici criteri: oltre alla rendita catastale di ciascun immobile, andranno attribuiti anche il valore patrimoniale dello stesso e la rendita, parametrati sul valore attuale di mercato, prevedendo anche meccanismi di adeguamento periodico alla situazione del mercato immobiliare sia del valore patrimoniale che della rendita.

Un discorso a sé meritano poi gli immobili a cui è riconosciuto un interesse storico o artistico, per i quali, come afferma la normativa, devono essere applicate «adeguate riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario che tengano conto dei particolari e più gravosi oneri di manutenzione e conservazione nonché del complesso dei vincoli legislativi alla destinazione, all’utilizzo, alla circolazione giuridica e al restauro».

I benefici

Attualmente le rendite catastali sono calcolate sulla base di tariffe d'estimo individuate diversi anni fa, e che sono normalmente rivalutate tramite l’applicazione dei moltiplicatori. Questo sistema, però, non permette di individuare il valore attuale effettivo del bene. Con la riforma, invece, incideranno sulla valutazione degli immobili indicatori come la posizione geografica, le dimensioni, la manutenzione dell’immobile e le sue caratteristiche specifiche. Così facendo, la valutazione immobiliare sarà più trasparente e più equa, permettendo ai cittadini di comprendere come venga determinato il valore delle loro proprietà. Di conseguenza, anche le tasse saranno adeguate al reale valore dell’immobile. Infine, la riforma dovrebbe poi realizzare una vera mappatura degli immobili presenti sul territorio.

 

Cosa cambierà?

Come anticipato, la riforma del catasto inciderà inevitabilmente sulle tasse, motivo per cui alcuni proprietari di immobili potrebbero ritrovarsi svantaggiati da questo intervento. A cambiare saranno quindi l'IMU, le imposte catastali e di registro, e anche il valore dell'ISEE, che potrebbe quindi subire delle modifiche. Per quanto riguarda l'IMU, l'impatto preciso per il momento non può essere definito, ma si teme che gli aumenti possano essere piuttosto elevati.

Attualmente gli esperti parlano di un aumento medio dell’IMU di circa 1.150 euro, passando dagli attuali 896 a 2.046 euro. Secondo fiscomania.com, ai fini del calcolo dell’ISEE, invece, il valore di una prima casa aumenterà mediamente di 75mila euro, con il valore che passerà da 23.576 a 98.733, con un incremento percentuale che sfiora così il 319%. Valori, questi, che dipenderanno in ogni caso dalla zona di ubicazione dell'immobile e dall'andamento del mercato immobiliare.

Abusivismo edilizio, come verrà combattuto

Grazie alla riforma, verranno individuati anche gli immobili "fantasma" e gli abusivismi edilizi, ovvero quei fabbricati già edificati ma senza riscontro a livello catastale. Tramite un accurato sistema di mappatura, la riforma permetterà non solo di rintracciare queste situazioni, ma anche di individuare tutti gli immobili accatastati per una volumetria minore a quella effettiva. 

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