Pil e consumi, segnali di ripresa
Italia, la recessione sembra finita

Pil e consumi, segnali di ripresa Italia, la recessione sembra finita
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Giovedì 7 Maggio 2015, 19:15 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 10:34
ROMA - Il 2015 sarà veramente l'anno della svolta per l'Italia. Grazie a Qe, deprezzamento dell'euro, aumento delle esportazioni, calo dei prezzi energetici e graduale ripresa della domanda interna l'economia italiana potrà lasciarsi finalmente alle spalle tre anni di recessione.



L'ultimo in ordine di tempo a prevedere l'inversione di tendenza nell'andamento economico è l'Istat che, nelle nuove prospettive per il prossimo triennio, ha rivisto al rialzo le stime sulle crescita del Pil, di fatto adeguandole, almeno per il 2015, a quelle del governo. Quest'anno il prodotto interno lordo aumenterà dello 0,7%, contro il +0,5% stimato a novembre scorso e dopo il -0,4% registrato nel 2014. La crescita si manifesterà soprattutto nella seconda parte dell'anno ed accelererà nel biennio successivo, mettendo a segno un +1,2% nel 2016 e un +1,3% nel 2017.



«Le prospettive di breve termine - spiegano i tecnici l'istituto di statistica - indicano una ripresa dei ritmi produttivi, legata sia all'impulso favorevole delle componenti esogene, come l'evoluzione positiva del ciclo internazionale e il deprezzamento dell'euro, sia alla ripresa della domanda interna, sostenuta dai bassi prezzi dell'energia e dall'atteso miglioramento delle condizioni del credito».



I consumi interni confermeranno l'andamento positivo già evidenziato nel 2014, acquistando via via sempre più vigore nei prossimi anni. Una netta sterzata arriverà invece, secondo le previsioni, sul fronte degli investimenti, dopo il crollo degli ultimi anni. 2013 e 2014 sono stati infatti anni neri, dovuti anche alla crisi del credito. Il cambiamento di rotta nella concessione di prestiti bancari dovrebbe quindi favorire anche la ripresa degli investimenti che dovrebbero segnare un +1,2%, dopo il -3,3% dello scorso anno. A migliorare dovrebbe essere anche il mercato del lavoro, seppur con il freno a mano tirato. Secondo l'Istat, nel 2015 si registrerà infatti «una moderata riduzione» del tasso di disoccupazione che scenderà al 12,5% dal 12,7% del 2014, per passare poi al 12% nel 2016.



L'occupazione dovrebbe aumentare invece in termini di unità di lavoro dello 0,6% quest'anno e dello 0,9% l'anno prossimo, accompagnandosi ad una riduzione del ricorso alla cassa integrazione. Anche se legati spesso a fattori esterni, i segnali di risveglio sembrano dunque esserci tutti. Commercianti e consumatori li giudicano però ancora troppo flebili. Fragile com'è, secondo Confesercenti, la ripresa «potrebbe essere spazzata via se dovessero scattare i maxi-aumenti Iva previsti dalle clausole di salvaguardia. Un'ipotesi non troppo remota, visto il 'bucò nei conti nato in seguito della sentenza della Consulta sul blocco delle rivalutazioni delle pensioni». Confcommercio evidenzia invece una certa stabilizzazione dei consumi sui cui pesa però «una grande incertezza».
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