Le banche e la crisi Coronavirus: calano i ricavi ed il valore degli istituti di credito

Le banche e la crisi Coronavirus: calano i ricavi ed il valore degli istituti di credito
Le banche e la crisi Coronavirus: calano i ricavi ed il valore degli istituti di credito
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 19:09

Anche le banche risentono pesantemente della crisi legata all'epidemia di Coronavirus Uilca ha realizziono uno studio sui conti economici del primo trimestre 2020 dei dieci maggiori istituti di credito italiani. Dallo studio emerge un decremento complessivo dell’utile contabile pari a 4.163 milioni di euro - dovuto principalmente all’impatto di
oneri d’integrazione per il piano industriale e altre operazioni straordinarie di Unicredit e agli accantonamenti prudenziali che le banche hanno iniziato a fare in vista delle possibili perdite sui crediti a causa del Covid-19 -. Le banche hanno comunque registrato, rispetto allo stesso periodo 2019, un incremento delle commissioni (+3,8%), un aumento dei ricavi totali (+1%) e una riduzione del margine d’interesse (-3,6%).

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"L’analisi dei conti economici del primo trimestre 2020 dei dieci maggiori istituti di credito italiani - si legge in una nota di Uilca - ha evidenziato un decremento complessivo dell’utile contabile pari a 4.163 milioni di euro. La riduzione è dovuta principalmente all’impatto di oneri d’integrazione per il piano industriale e altre operazioni straordinarie di Unicredit e agli accantonamenti prudenziali che le banche hanno iniziato a fare in vista delle possibili perdite sui crediti a causa del Covid-19. Nonostante prospettive economiche non esaltanti, perché le rettifiche su crediti incideranno e decideranno la redditività del settore bancario nei prossimi anni, si può osservare come le banche abbiano comunque registrato, rispetto allo stesso periodo del 2019, un incremento delle commissioni (+3,8%), un aumento dei ricavi totali (+1%) e una riduzione del margine d’interesse (-3,6%).



Al 31 marzo 2020 le banche in oggetto, che impiegano circa 200.000 dipendenti in Italia, avevano previsto, a causa della pandemia, rettifiche aggiuntive sui crediti per circa 1,5 miliardi di euro, nell’attesa di incrementarle o ridurle a seconda dell’evolversi dello scenario economico nazionale e mondiale. La preoccupazione principale per il sistema bancario italiano ora non riguarda la redditività del settore ma la tenuta del sistema produttivo e commerciale: la sospensione di alcuni mesi delle attività produttive e una ripartenza che si prospetta difficile porteranno certamente al calo di fatturato o alla chiusura di molte imprese, con conseguente aumento dei crediti deteriorati oltre che disoccupazione, impoverimento e possibili perdite per le banche.




“Il sistema bancario deve uscire dalla tranquilla posizione del rentier che si alimenta in un sistema economico-produttivo essenzialmente bancocentrico perché oggi anche altri soggetti possono offrire servizi finanziari”, commenta Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Orietta Guerra. “Poste Italiane, ad esempio, con il 66% dei ricavi derivante dal settore finanziario e assicurativo, l’apertura ai servizi digitali e di telecomunicazione e una presenza capillare nel territorio, potrebbe essere di fatto la terza banca italiana. Il nostro Paese ha bisogno di innovarsi nel settore finanziario e per farlo deve aprirsi anche a manager che provengono da altri campi.” 
Oggi i crediti netti presenti nelle banche esaminate sono pari a 1.300 miliardi di euro.
Di questi circa 44 miliardi sono già deteriorati. Se immaginassimo un ulteriore passaggio a deteriorati del 4% dei crediti in bonis (1.256 miliardi di euro), con un ipotetico tasso di coverage medio del 50%, si avrebbe un appesantimento dei conti economici di circa 25 miliardi di euro di rettifiche per i prossimi anni.



Una cifra enorme, pari a una stima dell’utile totale delle banche per un triennio (nel 2019 l‘utile totale è stato di 8,5 miliardi di euro).
Bisogna poi continuare a vigilare sulle banche italiane che, dall’inizio dell’anno, a causa del Covid-19, hanno complessivamente ridotto del 43% la propria capitalizzazione, diventando anche possibili prede poiché quotano mediamente al 30% del patrimonio. Positiva in proposito la decisione del Governo di ampliare la golden power.
Pare evidente come, soprattutto in un periodo d’incertezza in grado di cambiare il futuro di miliardi di persone nel mondo, sia necessario riprogettare un sistema bancario differente, più smart e veloce nel rispondere ai bisogni dei clienti e degli stakeholder, specie quando si verificano shock, come il Covid-19, che colpiscono non solo l’economia ma la società nel suo complesso. Diventa necessario inglobare e progettare nuovi servizi per aumentare i ricavi, unico antidoto contro l’incremento delle perdite, considerando che l’utilizzo di internet apre alla possibilità di raggiungere la clientela ovunque nel mondo.





 

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