Crollano i consumi di carburante
lo Stato è l'unico che ci guadagna

Per le società petrolifere gli introiti sono in calo
Per le società petrolifere gli introiti sono in calo
di Roberto Argenti
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Lunedì 17 Settembre 2012, 17:38 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 16:35
ROMA - Calano, anzi crollano i consumi di carburante, ma per il Fisco sempre festa a causa dei guadagni favoriti dagli aumenti astronomici che pagano i consumatori. Infatti mentre nei primi otto mesi di quest’anno i consumi di benzina e gasolio per autotrazione (per la cronaca, un totale di 26.296 miliardi di litri) sono calati del 9,3%, con questi aumenti le entrate per il Fisco si sono incrementate addirittura del 17,4% rispetto allo stesso periodo del 2011, toccando la cifra netta di ben 3,625 miliardi.



Benzina, sempre lei.
Il vecchio sistema di aumentare la benzina, strumento facile per avere entrate immediate e in auge sin dai primi governi del dopoguerra, è sempre di moda. Una volta è per il costo del barile, un’altra è per le accise aumentate, un’altra è per qualche emergenza, ma finiamo sempre lì: il prezzo alla pompa dei carburanti, mai come quest’anno, continua a crescere in modo pazzesco e parallelamente l’economia in generale rallenta, i trasporti (che da noi sono in gran parte su gomma) rallentano, si fanno meno chilometri perché ci si sposta di più coi mezzi pubblici e si fanno più viaggi in treno veloce o in aereo a basso costo, i piccoli consumatori risparmiano e i consumi di gasolio e benzina inevitabilmente calano, anche perché chi è al volante, Tutor o non Tutor, ormai ci va col piede “leggero”. Addirittura, come leggete oggi in un’altra sezione del nostro sito, nel 2012 sono aumentate le vendite di biciclette, nuove ed usate, di ben 200 mila pezzi (sui 2 milioni totali)!



Aumenti, sempre.
Ma, pur con le minori vendite per questi prezzi esagerati alla pompa, le entrate per il Fisco tuttavia crescono: infatti da gennaio ad agosto di quest’anno il prelievo fiscale medio sulla benzina, rispetto ai primi otto mesi del 2011, è aumentato del 22,45% e quello sul gasolio addirittura del 33,04% col bel risultato che il nostro assetato erario ha incassato (su una spesa totale degli automobilisti italiani di 45,235 miliardi) un gettito di 24,48 miliardi di euro, con un incremento di ben il 17,4% rispetto ai primi 8 mesi del 2011, pari alla bellezza di 3,6 miliardi di euro, secondo un’elaborazione fornita dal Centro Studi Promotor GL Events su dati del Ministero per lo sviluppo economico.



Le briciole.
La parte…. restante del costo di un litro di carburante è di spettanza delle società petrolifere e dei distributori che in questi primi 8 mesi dell’anno sono hanno visto invece calare i loro introiti dai 21 miliardi del 2011 ai 20,75 di quest’anno (- 1,2%), pari ad una perdita di 252 milioni nonostante gli incrementi della media ponderata dei prezzi industriali (=prezzi alla pompa meno le imposte) pari al 9,50% per la benzina e all’8,40 per il gasolio).



Risultati.
Come siamo arrivati a questo stato di cose? Lasciando da parte per un momento il discorso che per tassare il carburante non servono ad un Governo scienziati o economisti di alto livello, poiché questa misura è tanto impopolare quanto facile ed immediatamente esecutiva, occorre ricordare che un litro del prezioso liquido in Italia è gravato dall’imposta di fabbricazione (la vituperata “accisa”) e dall’Iva: quando cresce il prezzo industriale aumenta di conseguenza anche l’Iva, che però aumenta anche in concomitanza di aumenti del valore delle accise, creando così la famosa e odiosa “imposta sull’imposta”. Come se non bastasse poi, le Regioni possono applicare delle addizionali alle accise, anch’esse gravate naturalmente di Iva ed ecco che il famoso spauracchio dei 2 euro al litro è diventato triste realtà.



Sconti addio.
Qualche buona notizia per gli automobilisti c’era stata con gli sconti dei fine settimana estivi nei self-service di alcune compagnie petrolifere, con i prezzi scontati anche di 20 centesimi al litro, e con un bel pieno a prezzo ridotto (si risparmiavano anche sino a 12 Euro a volta) i più accorti ci facevano l’intera settimana, per poi rimettersi pazientemente in coda nei distributori aderenti all’offerta (non sulle autostrade) al sabato successivo. Ma dal 3 settembre scorso la pacchia è finita ed ora si va alla ricerca affannosa della pompa che cala il prezzo di 4/5 centesimi rispetto alla concorrenza e quasi sempre i migliori affari si fanno nei self-service dopo l’orario di chiusura. Armiamoci di banconote in vari tagli, non “stropicciate” e… partite.
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