L'Aquila, in 25mila per ricordare i morti
Contestato il messaggio di Berlusconi

La fiaccolata a L'Aquila (foto Massimo Percossi - Ap)
La fiaccolata a L'Aquila (foto Massimo Percossi - Ap)
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Martedì 6 Aprile 2010, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:24
L'AQUILA (6 aprile) - A un anno esatto dal devastante terremoto che provoc morte e distruzione, L'Aquila ricorda le 308 vittime. Questa volta alle 3.32 c' stato solo un lunghissimo silenzio, seguito da 308 rintocchi della campana delle Anime Sante: gli aquilani si sono ritrovati in tanti - oltre 25 mila - in quella piazza del Duomo dove un anno fa accorsero feriti e spaventati per il terribile sisma terremoto che aveva distrutto la loro città.



C'è stata anche la note scorsa una scossa di terremoto, alle 2.57, ma di magnitudo 2.2, ovvero niente rispetto a quella di 6.3 del 6 aprile 2009. È stata una notte diversa, illuminata da migliaia di fiaccole, candele, lumini che dalla sera prima avevano dato luce lungo le strade buie ai quattro cortei silenziosi partiti da altrettanti quartieri per raggiungere la zona rossa del centro storico. Un gesto di grande valore simbolico non solo per commemorare le 308 vittime, ma anche per ribadire la volontà di tornare ad occupare il cuore della città e, quindi, di riappropriarsi di un'identità ferita per la lontananza forzata.



Quattro cortei aperti ognuno da un gruppo di parenti delle vittime e dai vari comitati cittadini che da un anno si battono per tenere alta l'attenzione rispetto ai problemi della ricostruzione e per pungolare le autorità. Non c'è stata alcuna contestazione lungo i percorsi né quando, tutti assiepati nella piazza principale, è stata attesa l'ora fatidica. Prima sono stati letti i nomi delle 308 vittime, poi sono seguiti i rintocchi della campana. Alla fine, in silenzio e con i ceri e le lampade ancora accesi, il ritorno a casa - per moltissimi lontano dall'Aquila - o alla Basilica di Collemaggio per la messa solenne dell'arcivescovo Giuseppe Molinari, il quale ha esortato a fare in modo che «questa notte segni l'inizio di un nuovo cammino con l'aiuto di Dio».



In formato minore, ma identica, la commemorazione a Onna, frazione simbolo di quella scossa mortale, che ha voluto sottolineare il «nuovo cammino» posando alle 4.32, un anno e un'ora dopo il sisma, la prima pietra del centro socio-culturale "Casa Onna", che sorgerà grazie a donazioni tedesche.



Le contestazioni: fischi al messagio de premier. Poco prima, alcune persone che assistevano al consiglio comunale straordinario tenuto nella chiesa delle Anime Sante, avevano fischiato mentre veniva letto il messaggio del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il dissenso «di quattro cialtroni» - lo ha definito il prefetto, Franco Gabrielli. Il sindaco, Massimo Cialente, contestato a tratti anche lui, ha ringraziato invece il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quello del Consiglio, Silvio Berlusconi e la Protezione civile per l'attenzione avuta nei confronti della città.



Alla seduta del consiglio, cominciata alle 22, hanno preso parte centinaia di cittadini assiepati nella chiesa delle Anime sante e in Piazza Duomo, ma i lavori sono stati più volte interrotti dai fischi rivolti da un gruppo di persone durante la lettura del messaggio del presidente del Consiglio: i fischi hanno superato di molto gli applausi. Applausi invece al messaggio di saluto del presidente della Repubblica, e qualche fischio anche al presidente del Senato, Schifani.



In precedenza, invano, il presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti, aveva chiesto alle persone intervenute, tra i cittadini, di lasciare le sedie per far posto alle autorità. Nessuno ha voluto rinunciare al proprio posto. Vani anche i richiami alla sicurezza da parte delle forze dell'ordine. «Alla sicurezza - hanno gridato alcuni - dovevate pensarci il 31 marzo anno scorso», in riferimento alla Commissione grandi rischi, convocata a 7 giorni dal

sisma.



L'Aquila può essere ricostruita in 7, 8 anni a patto che si lavori «senza sosta». Sono i tempi indicati dal Capo della Protezione Civile Guido Bertolaso per far sì che la città colpita dal sisma di un anno fa possa essere restituita completamente ai cittadini. «In questo anno difficile e drammatico non abbiamo lasciato nulla di intentato per cercare di mitigare i disagi degli aquilani - premette Bertolaso - e per questo ci siamo subito concentrati sulla costruzione degli alloggi per dare una sistemazione dignitosa a tutti». Ma i soldi per ricostruire? «I fondi - risponde Bertolaso - sono l'ultimo dei problemi, quello che è importante è spenderli bene e con trasparenza».



«La situazione oggi, in quei luoghi, non è assolutamente risolta», afferma Antonio Di Pietro. «I politici che hanno governato quest'anno - aggiunge - sono gli unici responsabili del fatto che la popolazione della città si senta ancora abbandonata, che alcune famiglie vivano ancora in albergo, oppure ospiti da parenti e amici o, peggio ancora, in ripari di fortuna». Per Di Pietro, le regionali sono una cartina di tornasole dell'insoddisfazione della gente: «Se è vero, infatti, che il centrodestra ha vinto con uno scarto di +9% sul centrosinistra nelle aree non colpite dal terremoto, è altrettanto innegabile che a L'Aquila Berlusconi ha perso con oltre 14 punti di scarto rispetto al centrosinistra. Questo risultato non è dettato solo una valutazione sull'operato locale - osserva - ma è anche una bocciatura del governo nazionale e della gestione Bertolaso».





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