«Lo yeti esiste»: l'Esercito indiano
pubblica foto delle impronte su Twitter

«Lo yeti esiste»: l'Esercito indiano pubblica foto delle impronte su Twitter
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Martedì 30 Aprile 2019, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 12:38
L'esercito indiano ha affermato di aver trovato prove dell'esistenza dello Yeti e ha pubblicato ieri sul suo account Twitter l'immagine di un'orma nella neve che ha attribuito alla creatura leggendaria. La foto è diventata subito virale, scatenando ilarità e incredulità sui social media e facendo entrare anche le forze armate indiane nella 'leggendà.
 
«Per la prima volta, l'IndianArmy Moutaineering Expedition Team ha scoperto le misteriose impronte della mitica bestia 'Yetì, della misura di 81 centimetri per 38, vicino al campo base di Makalu il 9 aprile 2019. In passato questo elusivo uomo delle nevi era stato visto al Parco nazionale del Makalu-Barun, che si trova in Nepal», si legge nel post condiviso con quasi sei milioni di followers. Secondo il Times of India, sebbene le impronte siano state scoperte il 9 aprile, l'esercito ha reso pubblica la scoperta solo dopo aver stabilito che corrispondevano alle precedenti teorie sullo yeti. Reagendo all'incredulità degli utenti, l'Indian Army ha affermato anche che le «prove» sono state «fotografate» e «consegnate agli esperti in materia». (

Lo yeti, noto anche come Abominable Snowman, è una creatura leggendaria che si dice abiti nelle zone più alte dell'Himalaya. Nonostante non ci siano prove che dimostrino la sua esistenza, storie di persone che hanno visto lui o le sue impronte sono comuni in alcune parti dell'India, del Nepal e del Bhutan. Nel 2013, la ricerca di uno scienziato britannico ha concluso che il leggendario yeti himalayano potrebbe essere in realtà una sottospecie di orso bruno. Ci sono stati numerosi tentativi negli ultimi anni per risolvere il mistero dello yeti. Nel 2011, i test del Dna su un «dito yeti», prelevato dal Nepal a Londra mezzo secolo fa, hanno scoperto che si trattava di ossa umane. E nel 2013, i test del Dna su alcuni campioni di capelli effettuati dal professore di genetica dell'Università di Oxford, Bryan Sykes, hanno scoperto che corrispondevano a quelli di un antico orso polare. La spiegazione più probabile per il mito è che l'animale sia un incrocio tra orsi polari e orsi bruni. 
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