L'analisi è stata condotta sulla base di due diversi esperimenti: il primo basato su un strumento online chiamato Pord (Positioning Relations and Devices) e ha coinvolto 1.215 persone; il secondo, che ha visto i partecipanti lasciati in sala d'attesa per 10 minuti prima di ricevere una richiesta d'informazioni, ha coinvolto 95 persone. Entrambi i test sono stati condotti presso le università di Wurzburg e Nottingham Trent, rispettivamente in Germania e Inghilterra.
«I nostri telefoni sono una parte integrante delle nostre vite e questo studio ne dà una prova psicologica.
Il nostro legame con lo smartphoneassomiglia all'amicizia, il che significa che tendiamo a fidarci molto di un oggetto inanimato; così tanto da considerarlo un elemento della nostra vita più vicino e importante di molte altre persone», dice Astrid Carolus, Media Psychologist alla University of Wurzburg, che ha condotto lo studio. «Avere una simile relazione emotiva con i nostri smartphone può comportare una limitazione del nostro processo decisionale quando si tratta di proteggere i dati archiviati», osserva David Emm, Senior Security Researcher di Kaspersky Lab.