ROMA - Segregata in casa, legata, stuprata e costretta a prostituirsi dal compagno. Questo l'incubo vissuto da una donna di 28 anni, straniera, residente alla periferia Nord di Roma. L'uomo, un 31enne rumeno, era ricercato ma è stato fermato dalla polizia nel corso di un ordinario controllo.
Come scrive Marco De Risi per Il Messaggero, la 28enne aveva trovato il coraggio di denunciare il compagno alle forze dell'ordine.
La ricerca nei terminali aveva consentito anche di visionare i verbali contenenti le dichiarazioni della 29enne. «Mi ha picchiata ogni giorno, fino a farmi perdere la forza di ribellarmi. Mi minacciava di continuo, ho provato a scappare più volte ma mi riprendeva e mi dava botte» - la testimonianza della donna agli inquirenti - «Mi picchiava a sangue, poi mi legava al letto. Più mi violentava, meno riuscivo ad essere lucida e a reagire. Vivevo un terrore continuo, nella speranza che non mi facesse più male di quello che già mi procurava».
A convincere la donna a denunciare il compagno erano state alcune assistenti sociali. La 28enne si era fatta medicare più volte in vari ospedali di Roma, senza però dire la verità. Agli operatori sanitari spiegava sempre di essere caduta da sola, una versione poco convincente e certificata come non plausibile dalle assistenti sociali. Dopo la denuncia della donna ai carabinieri, per il 31enne è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Oltre alle violenze, tra le accuse c'era anche quella di aver ripreso la compagna durante gli stupri e di aver caricato i video su alcuni siti pornografici. Da quel momento, il rumeno si è reso irreperibile, fino a due giorni fa, mentre circolava tranquillamente in auto tra Montesacro e Val Melaina. Ora si trova in carcere a Rieti.
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