Che avrai mai da lamentarti se, mentre aspetti che arrivino i tuoi amici, c’è un uomo che passa e ti mette le mani addosso? Anzi, «dovresti pure essere contenta di tanta attenzione, lui è un bel ragazzo». Parola di mamma premurosa che, però, dopo qualche giorno, il figlio “intraprendente” se lo ritrova a casa, agli arresti domiciliari, in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Pescara, dopo un’indagine lampo degli agenti della squadra mobile coordinati dal dirigente Gianluca Di Frischia. L’uomo ha 31 anni, è straniero ma ormai da molti anni vive a Pescara, con una posizione amministrativa regolare. E adesso anche un'accusa di violenza sessuale per quell’aggressione compiuta in pieno centro.
Luogo: aree di risulta della stazione centrale. 12 agosto, piena estate, a metà pomeriggio, quando in quella zona c’è un gran passaggio da parte di gente che a Pescara arriva anche per fare acquisti e passare la serata. La ragazza, che ha 22 anni, era ferma davanti alla locomotiva antica, proprio all’inizio del parcheggio, in attesa che arrivassero i suoi amici; il trentunenne, che per lei è un perfetto sconosciuto, le è arrivato alle spalle e l’ha palpeggiata pesantemente sul fondoschiena. Un gesto violento e aggressivo. Lei si è girata, infastidita e spaventata, gridando. Lui l’ha guardata come se niente fosse successo e, di fronte alla reazione, ha spiegato di averle fatto uno scherzo. Hanno iniziato a discutere, la ragazza chiedeva quanto meno una spiegazione e l’aggressore continuava con il suo atteggiamento distaccato e continuava a sminuire la gravità del gesto. Ad aiutarlo è arrivata anche la madre che insisteva nel difendere lo scherzo. Fino ad arrivare, persino, a dire alla ragazza che «doveva essere contenta di essere stata toccata da un bell’uomo».
La ventiduenne intanto, utilizzando il telefonino, aveva fotografato sia il trentunenne che la madre: la donna, con atteggiamento di sfida le ha urlato contro che era libera di denunciare il fatto alla polizia. E lei non è stata certo lì ad aspettare ed ha telefonato alla centrale operativa della questura. Quando sono arrivati gli agenti hanno identificato i presenti e hanno raccolto le testimonianze. Nel frattempo sono arrivati anche gli amici della ventiduenne, che però non hanno assistito alla scena. Raccolti tutti gli elementi necessari gli agenti della Mobile hanno portato le carte in procura e il magistrato, dopo aver esaminato gli atti e le prove ha deciso di chiedere la custodia cautelare, anche se ai domiciliari.
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