Giulia Tramontano, le ultime foto prima di essere uccisa da Impagnatiello: l'abbraccio con l'amante del compagno, ecco le ore prima dell'omicidio

L’immagine è una delle fotografie contenute nel fascicolo d’indagine preparato dai carabinieri del nucleo investigativo

Giulia Tramontano, le ultime foto prima di essere uccisa da Impagnatiello: l'abbraccio con l'amante del compagno, ecco le ore prima dell'omicidio
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Lunedì 4 Settembre 2023, 07:53

Sono le ultime immagini di Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese, che quello stesso giorno dopo qualche ora verrà uccisa con 37 coltellate dal fidanzato e padre di sua figlia, Alessandro Impagnatiello. Sono le 16.57. Giulia decide di incontrarsi  all’Armani Bamboo bar, in centro a Milano, con l'amante del suo compagno, la 23enne con cui il barman aveva una storia parallela. È stata contattata dalla 23enne italoinglese, che frequenta da poco più di un anno il barman, per un confronto verità tra tutti e tre. Impagnatiello le aveva giurato più volte che la relazione con Giulia era finita. Ma non era così. A quell’incontro pomeridiano, il barman però non si presenta. Le due donne allora si confrontano: scoprono i tradimenti, le bugie, i raggiri. Sono entrambe due vittime di un narcisisista patologico. E invece di litigare o di azzuffarsi, si abbracciano. 

La foto

L’immagine è una delle fotografie contenute nel fascicolo d’indagine preparato dai carabinieri del nucleo investigativo e dalle pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella sull’omicidio di Giulia Tramontano.

Al termine dell’incontro – sono le 18.20 – quella stessa telecamera intercetta Giulia mentre si allontana, per far ritorno a Senago. Di ritorno a casa, Giulia scrive a Impagnatiello "Fatti trovare", lo accusa di averla tradita e gli dice che la loro storia è finita. Nel frattempo, accerteranno i militari di via Moscova, il barman sta già cercando sul web la stringa "ceramica bruciata vasca"

L'omicidio

Giulia rientra a casa poco prima delle 19: Impagnatiello è lì ad aspettarla. Una vicina sente litigare i due per qualche minuto. Poi il silenzio. Il barman uccide la compagna, colpendola almeno trentasette volte con un coltello da cucina; poi tenta di dar fuoco al corpo nella vasca da bagno del loro appartamento. Alle 23.29, A., preoccupata per le sorti di Giulia, videochiama Impagnatiello: forse a quell'ora il corpo è già nel box. Nel corso della notte, Impagnatiello si reca a casa dell'amante, che però, impaurita, non lo lascia entrare. La sera del 28 maggio, il barman, accompagnato dalla madre, si reca alla caserma di Senago per presentare denuncia di scomparsa: ai carabinieri, che glielo chiedono espressamente, dice di non avere un box; e scrive a un familiare di non parlare del garage agli investigatori, perché teme che ci trovino all'interno una mini-serra artigianale per la coltivazione della marijuana. I militari ispezionano già quella sera l'abitazione della coppia e la cantina, non sapendo dell'esistenza del box.

Il cadavere nella cantina

Il 29 maggio, l'assassino sposta il cadavere dal box alla cantina, dopo aver cercato per la seconda volta di dargli fuoco. Il 30 maggio, Impagnatiello preleva il corpo dalla cantina e lo rimette nel box, per poi nasconderlo nel bagagliaio dell'auto alle 11.40: quell'orario indica l'ultima volta in cui la macchina è uscita dal box. Alle 2.38 del 31 maggio, Impagnatiello si reca con la sua auto in via Monte Rosa e si disfa del cadavere di Giulia, rientrando a casa alle 2.44. La mattina seguente, uscito di casa in macchina, si reca negli uffici del Nucleo investigativo di Milano: inizia in quel momento la giornata che si concluderà diverse ore dopo, poco dopo l'una, con la confessione del killer e il ritrovamento del cadavere.

La avvelenava da mesi

Già da tempo, Impagnatello, spaventato per la gravidanza della compagna, aveva in mente di ucciderla e aveva iniziato a cercare sul web: «ammoniaca feto»; e poi «veleno per topi»; e ancora «quanto veleno per topi necessario per uccidere una persona». Il killer reo confesso comprerà anche del cloroformio sotto falso nome, creandosi una falsa identità virtuale per farsi spedire la sostanza, che recupererà da un corriere. Un paio di settimane dopo sarà la 29enne a fare alcune ricerche sul web: «rimedi bruciore di stomaco» e, più avanti, si lamenterà con i familiari di dormire male e di sentirsi come «drogata».

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