Impagnatiello piange in aula: «Chiedo scusa per la mia disumanità. Quello che ho fatto è inspiegabile»

Arrivato nell'aula della Corte d'Assise di Milano per l'inizio del processo a suo carico, il 30enne ha rilasciato alcune dichiarazioni

Impagnatiello piange in aula: «Chiedo scusa per la mia disumanità. Quello che ho fatto è inspiegabile»
Impagnatiello piange in aula: «Chiedo scusa per la mia disumanità. Quello che ho fatto è inspiegabile»
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Giovedì 18 Gennaio 2024, 13:58

Ha chiesto scusa per la sua disumanità Alessandro Impagnatiello, il 30enne imputato per l'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, uccisa lo scorso 27 maggio con trentasette coltellate. Arrivato nell'aula della Corte d'Assise di Milano per l'inizio del processo a suo carico, l'ex barman ha parlato del giorno dell'assassinio, piangendo e dicendo di non vivere più da qual momento.

Le dichiarazioni

Piange in aula Alessandro Impagnatiello, arrivato stamattina nell'aula della Corte d'Assise di Milano per l'inizio del processo a suo carico.

Il 30enne ex barman in un hotel di lusso, è imputato per l'omicidio del 27 maggio scorso della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi e ammazzata a Senago, nel Milanese, con 37 coltellate. Detenuto a San Vittore, è arrivato accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria. Sguardo basso, testa china, barba e baffi: il 30enne indossa un giaccone scuro, jeans e scarpe da ginnastica. Si è seduto sulla panca nella gabbia dell'aula della prima Corte di Assise. Per alcuni istanti, Impagnatiello ha pianto. Sul volto erano visibili le lacrime.

 

Poi sono iniziate le dichiarazioni: «Grazie per avermi concesso la parola, ci sono tante persone a cui devo delle scuse, ma vorrei rivolgermi a Giulia e alla famiglia. Non ci sono parole corrette da dire, affronto una cosa che rimarrà per sempre inspiegabile per la disumanità. Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio, quel giorno anch'io me ne sono andato perché se sono qui a parlare non vuol dire che sia vivo, non vivo più».

«Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio. Non posso chiedere perdono, chiedo solo che possano essere ascoltate queste scuse. E questa è l'occasione che ho per farlo. L'unica cosa che faccio la sera è sperare di non svegliarmi più al mattino. Finché sarò qui in eterno dovrò scuse a tutte queste persone», ha aggiunto poi il trentenne.

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