Quello che l’Europa e il governo italiano temevano sta accadendo: la primavera e il bel tempo hanno fatto impennare i viaggi in mare, con decine di barconi, gommoni e piccole imbarcazioni che continuano a salpare senza sosta. Nel novanta per cento dei casi, la partenza è dalle coste della Tunisia: dal porto di Sfax. Un’ondata di migranti che da giorni sembra incontenibile: basti pensare che nelle ultime 24 ore sono stati più di tremila i profughi che si sono messi in viaggio. Gli sbarchi avvenuti sono stati più di sessanta. L’aumento vertiginoso dei flussi dallo Stato magrebino dipende dalla crisi economica e dalla tensione politica crescente. Ma bisogna ricordare un dato: Tunisi è un territorio di transito. I profughi che affrontano il Mediterraneo vengono da Congo, Camerun, Nigeria, Costa d’Avorio, Guinea, Sierra Leone, Siria, Tunisia, Marocco e Burkina Faso. Molti di loro raccontano di avere pagato agli scafisti tremila dinari tunisini per la traversata.
I SOCCORSI
La Guardia costiera locale ha detto di avere sventato, negli ultimi tre giorni, 79 tentativi di partenza e di avere soccorso 2.982 persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà al largo di Sfax e Chebba. Nell’area di ricerca e soccorso italiana, invece, 2.500 migranti sono stati messi in salvo tra Sicilia e Calabria, sotto il coordinamento della Guardia costiera. Altri 190 naufraghi si trovano a bordo della Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere: è diretta al porto di Bari. In 78 sono stati invece soccorsi dalla Life Support, di Emergency, in acque maltesi. A Lampedusa sono approdati i profughi della nave-ong Louise Michel - finanziata da Banksy - e altre 294 persone arrivate a bordo di barchini. Nell’hotspot di contrada Imbriacola la situazione è critica: sono stati superati i 2.250 ingressi in ventiquattro ore: i posti liberi erano poco meno di quattrocento. Sull’isola si sono registrati più di 50 sbarchi.
LE TRAGEDIE
Ieri non ci sono stati solamente arrivi record e salvataggi. Con l’impennata delle partenze sono aumentate anche le tragedie delle morti in mare. Mentre salgono a novanta le vittime del naufragio del barcone che si è schiantato contro una secca lo scorso 26 febbraio al largo di Steccato di Cutro, l’ultimo dramma è avvenuto in area Sar maltese: dopo il naufragio di due barchini, le motovedette della Guardia costiera e delle Fiamme gialle italiane, che sono intervenute, hanno recuperato almeno undici corpi senza vita.
I PROVVEDIMENTI
In queste ore non c’è solo chi sbarca, ma anche chi, dopo la traversata, sarà costretto a tornare indietro. Il questore di Siracusa ha emesso 52 provvedimenti di respingimento per altrettanti migranti egiziani arrivati ad Augusta giovedì scorso. Il gruppo era composto da 83 persone: oltre a loro, anche 24 siriani richiedenti asilo. Adesso i 52 avranno una settimana di tempo per lasciare il territorio nazionale. Gli arrivi, però, sono solo all’inizio: nelle prossime ore è previsto l’approdo nel porto di Bari della nave Geo Barents di Medici senza frontiere. A bordo ci sono 190 persone, quasi tutte bengalesi.
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