Europee, cosa cambia con la soglia al 3%? Da Renzi a Bonelli e Calenda, chi ne beneficerebbe

L'iniziativa è nata dall'Alleanza Verdi-Sinistra, ma Fratelli d'Italia non sarebbe contrario per aiutare Matteo Renzi. Ma proprio Italia viva si è detta contraria, insieme a Lega e Forza Italia

Europee, cosa cambia con la soglia al 3%? Da Renzi a Bonelli e Calenda, chi ne beneficerebbe
Europee, cosa cambia con la soglia al 3%? Da Renzi a Bonelli e Calenda, chi ne beneficerebbe
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Martedì 5 Settembre 2023, 14:14

Quanto vale un punto percentuale? Per alcuni partiti che si presentaranno alle prossime elezioni europee, la differenza tra entrare o no a Bruxelles. In questo senso vanno letti i rumors sul possibile abbassamento della soglia di sbarramento dal 4 al 3% alle Europee del giugno 2024. 

Ogni Paese ha una propria legge elettorale per l'Europarlamento. In Italia vige un sistema proporzionale: la percentuale di voti si traduce in percentuale di eletti (salvo novità, dovrebbero essere 76 anche alle prossime elezioni). Con il limite che, per poter accedere, oggi un partito deve totalizzare almeno 4% dei voti.

Chi ci guadagna

Un abbassamento della soglia favorirebbe quindi i partiti più piccoli: non a caso la proposta è partita dall'Alleanza Verdi-Sinistra, che i sondaggi danno intorno al 3%. Ne gioverebbero anche Più Europa (data poco sotto quella cifra) e sicuramente Azione, indicato oggi poco sopra al 3,5%. Il partito di Carlo Calenda, non a caso, era impegnato a cercare alleanze che potessero puntellare le proprie possibilità di elezione. Tra i nomi circolati, anche quello di Cateno De Luca, che con la sua Sud chiama Nord garantirebbe la certezza di superare la soglia. De Luca (che intanto smentisce accordi con entrambi gli esponenti dell'ex Terzo Polo) sarebbe corteggiato anche da Matteo Renzi. Proprio il leader di Iv ieri ha lanciato il suo nuovo progetto, il "Centro", annunciando l'intenzione di candidarsi personalmente per Bruxelles. «Candidiamo "Il Centro" a governare l'Europa. Se noi facciamo un risultato tale da mandare qualcuno di noi al Parlamento europeo, quel qualcuno fa la differenza, perché quei numeri vedranno nel gruppo centrista (quello di Macron, ndr) un ruolo centrale nella maggioranza».

 

La posizione del centrodestra

E Fratelli d'Italia? Il partito di Meloni lascia trapelare di «non avere alcuna preclusione», forse anche perché a beneficiarne sarebbe Matteo Renzi, che su molti temi è venuto parecchio incontro alla maggioranza. Nel frattempo, però, la coordinatrice nazionale di Italia viva, Raffaella Paita, si smarca: «Lo sbarramento deve restare al 4%. Quando un progetto è credibile, non si deve avere paura del voto dei cittadini». Bluff o reale convinzione? Ognuno ovviamente ha le sue ipotesi. Nel centrodestra, a opporsi all'abbassamento della soglia è soprattutto Forza Italia. Per Maurizio Gasparri, «la soglia va confermata, semmai bisogna alzarla al 5%. Non si vede perché fare regali a Renzi, che per altro non arriverebbe nemmeno al 3%». Che gli azzurri non vogliano fare regali è abbastanza ovvio: d'altronde il leader di Iv ha detto chiaro e tondo che la sua speranza è «prendere voti sia a Forza Italia sia al Pd». Contraria però anche la Lega: «la modifica della legge elettorale non è una priorità, ma soprattutto è giusto che gli Italiani scelgano i propri rappresentanti senza che ci siano aiutini.

Chi ha i voti, ottiene il seggio», scrive il Carroccio in una nota, aggiungendo che al contrario sarebbe meglio alzare la soglia perché «consentirebbe di limitare la frammentazione politica che rende il Paese più debole».

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