Incidente Mestre, se la causa è malore dell'autista l'assicurazione non pagherà.
I sopravvissuti sotto choc: non parlano

Battaglia legale in vista? Se l’ipotesi del malore dell’autista fosse confermata

Incidente Mestre, attesa per l'autopsia. Perizia sul guardrail. I feriti non parlano ancora. «Raccolta indumenti per l'ospedale non autorizzata»
Incidente Mestre, attesa per l'autopsia. Perizia sul guardrail. I feriti non parlano ancora. «Raccolta indumenti per l'ospedale non autorizzata»
di Redazione web
6 Minuti di Lettura
Venerdì 6 Ottobre 2023, 13:51

Il nuovo capitolo dell'incidente di Mestre si concentra sull'attesa per i risultati dell'autopsia sul corpo di Alberto Rizzotto, l'autista del pullman. Eseguita ieri, l'esame autoptico è stato assegnato all'istituto di medicina legale di Padova. I tempi sui risultati non sono certi ma la stampa verrà convocata quando sarà il momento opportuno. Al momento i feriti, ricoverati in ospedale, non parlano. 



 


 
 

Silenzio e choc 

«Al momento non abbiamo affrontato l'elemento traumatico con nessuno di loro».

Lo ha riferito ai giornalisti Moreno De Rossi, responsabile della psichiatria all'Ospedale di Mestre, parlando dei colloqui con i feriti del bus ricoverati nel nosocomio. «Stiamo supportando quotidianamente - ha aggiunto - anche più volte al giorno i feriti con cui riusciamo ad avere i colloqui. Ce ne sono alcuni in situazioni critiche sul piano internistico, che sono inaccessibili al colloquio, ma gli altri li stiamo rivedendo più volte, sia loro sia i familiari. Accompagniamo i familiari da loro, per cui stiamo seguendo tutti i processi di avvicinamento e di evoluzione anche psicologica».

Anche i parenti, ha puntualizzato De Rossi, «in questo momento sono concentrati proprio sui loro congiunti, sullo stato di salute perché come sapete molti di loro hanno perso figli, genitori, amici durante l'incidente, per cui loro in questo momento stanno proprio chiedendo questo aspetto qui, e noi attendiamo prima di toccare questo tasto che è particolarmente delicato. Noi stiamo valutando caso per caso.

Nel momento in cui loro saranno pronti per uscire dalla rianimazione, oppure chi è già uscito, affronteremo con loro la situazione per capire l'elaborazione delle loro difese e lo stato cognitivo, ma in questo momento appunto posso dire che il processo è positivo da questo punto di vista. Noi seguiamo i loro passi finché sono in grado di ricordare», ha concluso.


 

Guardrail

Sono 27 i punti di contatto segnati sull'asfalto del cavalcavia di Mestre, in corrispondenza di altrettante «strisciate» compiute dal pullman precipitato martedì scorso, dopo una corsa apparentemente fuori controllo. I segni sono stati apposti dalla polizia locale di Venezia, nella prima ricognizione sul manufatto, che poi dovrà essere sottoposta a una perizia, su mandato della Procura della repubblica. Il guardrail, al centro delle polemiche per la sua vetustà e facilmente scavalcato dal mezzo pieno di turisti, appare divelto proprio in corrispondenza dell'altrettanto famigerato «varco di servizio», lungo circa tre metri.

Le strisciate del bus si interrompono giusto in corrispondenza dell'interruzione della barriera. Da lì in poi il resto del guardrail è accartocciato per alcuni metri, e la ringhiera esterna è completamente divelta. La pavimentazione del passaggio esterno, sotto la quale scorrono cavi e servizi, è sfondata subito dopo il varco e in un altro punto successivo. Il punto è pieno di vetri rotti. Sarà anche questo uno dei punti al centro dell'attenzione dei tecnici: da capire se sia stato sfondato dal peso dell'autobus, oppure se lo era già in precedenza, e se abbia causato lo sbilanciamento del mezzo verso il precipizio mortale.

L'ipotesi d irisarcimento

I parenti delle vittime potrebbero non essere risarciti. L'indennizzo potrebbe esserci  se venisse riscontrata una responsabilità relativa al guardrail e a quel «buco» di un paio di metri da cui potrebbe essere caduto il mezzo. Se l’indagine penale dovesse dimostrare una responsabilità del Comune di Venezia – attuale gestore di una strada che però non ha costruito (altra variabile da considerare) in quanto le è stata affidata una quindicina da anni fa dall’Anas – potrebbe essere chiamata a pagare l’assicurazione dell’ente, che però ha un massimale per singolo sinistro di 10 milioni di euro. E dunque le somme in più dovrebbe metterle dalle proprie casse. 

I casi fortuti

Tra i cosiddetti «casi fortuiti» c’è il malore del conducente, che ovviamente esclude una negligenza sua e anche del vettore. Se dovesse essere dimostrato che l’autista ha avuto – per fare un esempio – un infarto o un ictus, l’assicurazione del vettore potrebbe essere esonerata dal pagamento dei danni ai famigliari delle vittime e dei feriti. La giurisprudenza, peraltro, dice che potrebbe restare la colpa qualora il conducente si fosse messo alla guida sapendo di non stare bene. 

Cosa prevede la legge

«Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito», dice l’articolo 2051 del codice civile. Il 1681 afferma che, in caso di trasporti, «il vettore risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio (...) se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno». «Salva l’ipotesi di sinistro cagionato da caso fortuito, il danno subito dal terzo trasportato è risarcito dall’impresa di assicurazione del veicolo», ribadisce l’articolo 141 del codice delle assicurazioni. Parte da qui, dalle norme, uno dei cinici nodi che, una volta che sarà passata la commozione per una tragedia che a Venezia non ha mai avuto eguali, presumibilmente diventerà un terreno di scontro legale: quello dei risarcimenti per l’incidente dell’autobus alle 21 vittime (tra cui l’autista) e ai 15 feriti, alcuni ancora in ospedale in condizioni molto gravi. 

La truffa 

«Raccolta indumenti non autorizzata per le persone ricoverate nell'ospedale Ca' Foncello di Treviso». A diramare l'avviso di fare attenzione è la stessa Usl 2 Marca Trevigiana e lo fa attraverso il proprio profilo Facebook istituzionale. «È in corso un'iniziativa di raccolta indumenti a favore delle persone ricoverate a Treviso non autorizzata dalla Direzione sanitaria - si legge nella nota - Si invita pertando a diffidare di tale raccolta e a non supportarla.

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