Il figlio muore di tumore, la mamma dona i suoi mobili ad un alluvionato dell'Emilia Romagna

Stefano era stato uno degli "angeli del fango" che nel 2014 aveva ripulito Genova dopo l'alluvione. La donazione ad un migrante gambizzato durante le persecuizioni di Saddam Hussein che ha perso la protesi

Il figlio muore di tumore, la mamma dona i suoi mobili ad un alluvionato dell'Emilia Romagna
Il figlio muore di tumore, la mamma dona i suoi mobili ad un alluvionato dell'Emilia Romagna
di Redazione web
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Venerdì 9 Giugno 2023, 19:22

Un gesto di enorme generosità. Ha donato tutti i mobili di suo figlio, morto a 30 anni a causa di un tumore. Una storia che collega idealmente Genova alla Romagna, entrambe colpite dalla violenza dell'alluvione. Nel 2014, Stefano era uno degli angeli del fango, uno dei volontari che ha aiutato a ripulire la città. Sette anni dopo, un tumore desmoplastico lo porta via. La mamma di quel giovane uomo, dopo la tragedia dell'Emilia Romagna ha deciso di donare quello che apparteneva a suo figlio.

Vite unite

Sarà Andaz Aziz, 44enne, che da 5 anni vive a Sant'Agata sul Santerno, dopo essere fuggito dal suo paese, l'Iraq a ricevere quel che apparteneva ad un ragazzo che mai consocerà. In Iraq, Aziz, da bambino ha perso entrambe le gambe mentre fuggiva dalle persecuzioni di Saddam Hussein; in Italia è iniziata una nuova seconda vita, qui ha ricominciato a camminare grazie a delle protesi. Nell'alluvione, però, ha dovuto lasciare tutto ed ora anche le sue "gambe" sono inutilizzabili. Una nuova difficoltà da affrontare.

Grande solidarietà

Ma in Italia una cosa che non manca mai è la solidarietà umana.

E' stata Laura la mamma di Stefano, molto sensibile nei confronti delle persone fragili, che ha fondato un'associazione di supporto per i pazienti oncologici, a scrivere su Facebook di voler donare i mobili della stanza di suo figlio a una famiglia bisognosa. Ed ecco il legame tra Stefano e Aziz.

Gesto enorme

«Mio figlio Stefano era stato un angelo del fango durante l'alluvione di Genova, non ho alcun dubbio che se fosse stato ancora vivo sarebbe corso in Romagna per dare una mano» sono le parole commosse della donna raccolte dal Corriere della Sera. «A volte credo che le cose non accadano per caso, la persona a cui andrà la stanza di Stefano è un uomo che ha perso le gambe per lo scoppio di una mina, e spesso l'amputazione degli arti è una tragedia in cui incorrono anche i malati di osteosarcomi».

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