Elezioni Argentina, chi è Javier Milei: il candidato «con la motosega» anarco-capitalista che punta alla Casa Rosada

La conservatrice Patricia Bullrich (Juntos por el Cambio) e il peronista progressista e attuale ministro dell'Economia Sergio Massa sembrano indietro

Elezioni Argentina, chi è Javier Milei: il candidato «con la motosega» anarco-capitalista che punta alla Casa Rosada
Elezioni Argentina, chi è Javier Milei: il candidato «con la motosega» anarco-capitalista che punta alla Casa Rosada
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Sabato 21 Ottobre 2023, 08:04

L'Argentina arriva all'appuntamento elettorale del 22 ottobre con l'economia in fiamme, nella speranza che dal voto di domenica, o al ballottaggio del 19 novembre, emerga un leader capace di trascinare il Paese fuori dalla spirale negativa in cui si è cacciato. Il panorama è incerto.

Elezioni in Argentina, gli scenari

Commercianti, attività produttive e investitori stranieri sono alla finestra in attesa di capire cosa accadrà, mentre si fa largo l'idea che una nuova svalutazione del peso sia dietro l'angolo. Una replica di quanto avvenuto all'indomani delle primarie di agosto, quando la moneta nazionale aveva lasciato il 22% sul tappeto, nello sbigottimento per il risultato dell'outsider «anarco-capitalista» della Libertad Avanza, Javier Milei, balzato in testa alle preferenze col 29,8% per sedere alla casa Rosada.

I protagonisti

In sorpasso sugli altri due favoriti, la conservatrice Patricia Bullrich (Juntos por el Cambio) col 28%, e il peronista progressista e attuale ministro dell'Economia Sergio Massa (Union por la Patria), fermatosi al 27,8%. La previsione a breve è di instabilità. E con l'inflazione annua al 140%, una fascia di povertà che si aggira sul 40%, e miliardi di dollari di debiti da rimborsare al Fondo monetario internazionale, l'Argentina è diventato terreno di conquista per il proselitismo del nuovo populismo di destra, sull'onda lunga di Trump. Non è infatti un caso se da Spagna e Brasile siano arrivati esponenti del partito di estrema destra Vox, e sovranisti di Bolsonaro, per dare man forte all'anti-sistema Milei.

«L'uomo con la motosega»

L'uomo con la motosega (si presentò ad un comizio "armato" appunto di motosega) acclamato dalle folle. «Il re di un mondo perduto» che vuole fare a pezzi «la casta ladrona» e promette un «futuro» scintillante come la pioggia di lustrini del suo ultimo comizio.

Per far fronte al pasticcio economico del Paese, il leader della Libertad Avanza, che il giorno delle elezioni spegnerà 53 candeline, punta su un conservatorismo duro sui temi sociali e un liberalismo sfrenato, con tagli drastici alla spesa pubblica, la soppressione di oltre metà dei ministeri, la dollarizzazione dell'economia, e la fine della Banca Centrale. «Un salto nel vuoto» quello di Milei, secondo molti osservatori della borghesia moderata, che preferiscono il progetto della conservatrice Bullrich, concentrato sull'eliminazione degli attuali blocchi che impediscono l'acquisto di dollari al mercato ufficiale. Il programma della paladina di Juntos por el Cambio è sintetizzato in un documento in 22 punti dal titolo «Un Paese ordinato».

Il manifesto di Milei

E fin dall'inizio della campagna elettorale ha scelto di farsi affiancare dal super-economista Carlo Melconian. Il suo manifesto prevede la possibilità di usare sia il peso che il dollaro Usa, con riforme graduali e una diversa modulazione degli incentivi per «porre fine all'inflazione e ristabilire la solvenza». In tutt'altra direzione corre la proposta del progressista Massa, attuale ministro dell'Economia, che guarda allo sviluppo energetico con i giacimenti di gas e petrolio di Vaca Muerta, e delle materie prime con il litio.

Il candidato di Union por la Patria conta sull'ingresso nel Brics e sul sostegno della Cina, promettendo di «cancellare il debito col Fmi» in quattro anni. Ma qualche osservatore malignamente afferma che con Massa il Paese si potrebbe «trasformare in un'Argen-Cina». Tant'è che a pochi giorni dall'appuntamento con le urne il presidente peronista Alberto Fernandez è volato a Pechino per attivare un nuovo swap di valute per 6,5 miliardi di dollari, per riunire in un unico pagamento le tre quote del debito in scadenza ad ottobre con l'Fmi. Un tentativo di contenere l'instabilità dei mercati e dei tassi di cambio, che sembra quasi inevitabile da lunedì, all'indomani del voto.

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