Carri armati Israele, ecco l'impenetrabile Merkava. Cosa significa il simbolo "V" sui tank

Già dalle scorse ore file di tank si sono mossi verso la Striscia: sono il Main Battle Tank delle Israeli defense Forces (Idf)

Ecco il Markava, il carro armato impenetrabile di Israele. Cosa significa il simbolo "V" sui tank
Ecco il Markava, il carro armato impenetrabile di Israele. ​Cosa significa il simbolo "V" sui tank
di Marco Prestisimone
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Lunedì 9 Ottobre 2023, 14:56

Israele ha ordinato quello che viene definito «assedio completo» della Striscia di Gaza. Non verrà fornita elettricità, né cibo, né benzina, né gas, come accade da tempo in quell'area. Se l'attacco via-aria è già partito ieri con i bombardamenti dei jet israeliani, presto toccherà all'incursione via-terra. Già dalle scorse ore file di tank si sono mossi verso la Striscia: il carro armato è il Merkava, il Main Battle Tank delle Israeli defense Forces (Idf). Due le varianti principali visti nei video circolati sui social nelle ultime ore: il Mk3 e il Mk4. 

 

Merkava, la storia

Il primo entrò in servizio nel 1979 ed era il Merkava 1: per la prima volta fu utilizzato nell'operazione "Pace in Galilea" nella guerra del Libano del 1982. Insieme al Merkava 2, traeva ispirazione dal Centurion, il carro armato MBT britannico impiegato nella guerra dello Yom Kippur.

La differenza rispetto ai precedenti era una protezione speeciale per i soldati e per le munizioni. Sin dall'inizio fu concepito con lo scopo di garantire elevate probabilità di sopravvivenza all'equipaggio e di offrire un livello di protezione ampiamente superiore a quello all'epoca disponibile su altri veicoli.

Un obiettivo raggiunto grazie a una pesante corazzatura - che inizialmente ha influito negativamente sulla velocità del tank -, la collocazione dei sistemi principali del carro nella parte anteriore dello scafo, l'aggiunta di un portellone posteriore per facilitare l'evacuazione in caso di necessità, l'alloggiamento dei bunker per il munizionamento nello scafo e un'elevata autonomia di fuoco, grazie ad un cospicuo numero di munizioni stivate a bordo. Nella versione con cannone calibro 105, il Merkava può infatti trasportare fino a 90 colpi, più del doppio del suo principale avversario, il T-72.  

Le caratteristiche che lo rendono impenetrabile

Lo sviluppo del Merkava è durato diversi anni, con miglioramenti in ogni edizione del carro armato. La linea Mk 3 e Mk 4 è compatibile con il sistema Active Protection System (Aps) Trophy, prodotto dall'azienda israeliana Rafael e utilizzato anche dagli Abrams fabbricati negli Stati Uniti e di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi a proposito del loro utilizzo nella guerra in Ucraina. Si tratta di un sistema con un elevatissimo livello di difesa dai missili anticarro. Trophy è in grado di intercettare il fuoco nemico appena partito, sparando un colpo che elimina ogni minaccia in pochi istanti. Il cannone inizialmente era di 105 mm, ora gli Mk 3 e Mk 4 montano armamenti da 120 mm. La terza versione dei Merkava, prodotta fino al 2003, presenta tre varianti: il Mark 3D, Lic e Baz, quest'ultimo munito di aria condizionata e protezioni Nbc (nucleari, biologiche e chimiche) all'interno. 

Merkava Iv "Barak", il carro con l'intelligenza artificiale

Dal 2004 in poi è stata la volta del Merkava 4, con innovazioni dal punto di vista tecnologico e strategico che non si erano mai visti prima. Da settembre invece c'è anche il Merkava 4 Barak, destinato a sostituire i più "anziani" nei prossimi anni. Ha una tecnologia senza eguali: dotato di intelligenza artificiale, ha sensori moderni, touch screen e l'elmetto Iron Vision che consente al capocarro di avere una visuale a 360 gradi del campo di battaglia costantemente aggiornata grazie all'aiuto dell'IA.

Il significato della "V" sui carri armati

Sui social sarà capitato di vedere il simbolo "V" (chevron) sui carri armati di Israele, spesso rivolti verso un lato o verso il basso. Altro non è che un modo per indicare a quale compagnia o battaglione appartiene il tank: se verso il basso, prima compagnia, se punta in avanti alla seconda, se punta verso l'alto la terza. Insomma, un modo per riconoscersi anche in fasi complesse come quelli della battaglia.

Una strategia di vecchia data che risale alla seconda guerra mondiale: nel 1944 gli alleati dipinsero sugli aerei militari le cosiddette «invasion stripes», ossia strisce con bande alternate (tre bianche e due nere) utilizzate nello sbarco in Normandia. Lo scopo era quello di rendere più facile la distinzione a vista degli propri aerei da quelli dei nemici, sia per le forze di mare che di aria. È successo poi anche in Ucraina, dove la "Z" sui carri armati di Mosca è diventato un simbolo dell'invasione. 

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