Sosta selvaggia a San Benedetto, il presidente Fiab attacca: «Una città amica delle biciclette che dà la caccia a chi le utilizza»

Sosta selvaggia a San Benedetto, il presidente Fiab attacca: «Una città amica delle biciclette che dà la caccia a chi le utilizza»
Sosta selvaggia a San Benedetto, il presidente Fiab attacca: «Una città amica delle biciclette che dà la caccia a chi le utilizza»
di Marco Braccetti
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 12:18

SAN BENEDETTO Sosta selvaggia delle bici, polemiche sull’annunciato giro di vite. Qualche giorno fa, il vicesindaco Antonio Capriotti aveva illustrato le nuove linee-guida dell’amministrazione per contrastare i parcheggi irregolari delle due-ruote. Un’azione riassumibile così: più rastrelliere, più rimozioni dei mezzi lasciati scorrettamente. Soprattutto quelli attaccati a lampioni e lampioncini, sia in centro che sul lungomare.

La polemica

La cosa non è piaciuta alla sezione locale della Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) che ha preso una posizione netta: «Come se il problema della città fosse questo...Ma perché non parliamo dei Suv in doppia fila nella zona del mercato, davanti alle scuole e sopra ai marciapiedi? Che poi le bici attaccate ai pali sono pure belle da vedere, quando non danno fastidio». A rincarare ulteriormente la dose ci ha pensato il presidente nazionale dell’associazione dei cicloamatori. «Abbiamo passato tanti sabati a San Benedetto in bici, pedalando e visitando i negozi del centro - dice Alessandro Tursi -. In mancanza di rastrelliere, ovviamente le abbiamo sempre legate a qualche palo al momento di entrare in un negozio. Dato che ora saremmo visti come pericolosi teppisti e multati, eviteremo accuratamente questa città. I commercianti ringrazieranno l’amministrazione». Va detto che l’irrobustimento dei controlli da parte della polizia municipale viene dopo un ulteriore potenziamento degli stalli. Sul finire di gennaio, infatti, in più punti del centro sono state posizionate ulteriori rastrelliere.

Secondo la mappatura più aggiornata, effettuata dai tecnici municipali, al momento in centro ci sono 233 punti dove poter lasciare la bici in maniera corretta. Una cifra importante. Ma, certo, soprattutto d’estate, il problema è destinato a ripresentarsi. Tra turisti e residenti, durante la stagione calda si muovono migliaia di bici al giorno. Il nodo potrebbe essere affrontato nel “Biciplan”: documento di pianificazione della città ciclabile, in via di redazione da parte del Comune. Nel frattempo, ci sono comunque alcuni paletti su cui l’attuale amministrazione sembra non voler transigere. Come le bici attaccate alla rinfusa sui lampioncini del lungomare. Secondo il vicesindaco Capriotti (delegato a lavori pubblici e decoro urbano) negli ultimi tempi ne sono stati danneggiati almeno cinque. A suo dire, certo, c’entra l’azione dei vandali; ma anche il continuo utilizzo improprio come punti dove incatenare le bici, alla lunga, contribuisce all’usura ed al deterioramento.

La rete

In ogni modo, la dura presa di posizione della Fiab rischia di essere una doccia fredda per il sindaco Spazzafumo che, giusto questa settimana, ha apposto la sua firma al protocollo d’intesa “NoiMarche”, per entrare in una rete regionale del turismo “bike friendly”. «L’adesione al protocollo - ha detto Spazzafumo - ci permette di compiere un passo ulteriore sulla strada dello sviluppo di una rete ciclabile cittadina e inserirla in un contesto territoriale esteso a tutta la regione. Sostenibilità e promozione turistica viaggiano di pari passo, come era nelle intenzioni espresse nel nostro programma di mandato».

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