SAN BENEDETTO - E' uno studio senza precedenti quello presentato dal Ceimas del presidente Nazzareno Torquati. Attraverso il meticoloso lavoro del professor Carlo Bisci, infatti, è stata effettuata una mappatura in 3d delle principali specie ittiche dell'Adriatico centrale suddivise per aree di stazionamento e riproduzione. "Si tratta - spiega Torquati - di uno studio basato sui dati raccolti attraverso un anno di "cale" effettuate dall'Umberto Primo di Pietro Merlini. In questo modo è possibile capire dove si trovano le varie specie ittiche". Il lavoro di Bisci, in pratica, ha ricostruito tridimensionalmente il fondale dell'Adriatico compreso tra l'Italia centrale e la Croazia diversificando le varie aree in base alle specie che le affollano.
Dove sono gli scampi, i calamari, le pannocchie e via discorrendo. Dati fondamentali nell'ottica della programmazione del fermo biologico e della tutela della risorsa ittica che, mai come in questo momento, ha bisogno di essere riveduta e corretta.
Esempio lampante è ciò che sta accadendo relativamente allo stop imposto all'attività di pesca sulla fossa di Pomo, area interessata proprio dallo studio del Ceimas e per la quale la marineria è sul piede di guerra.
Per un anno, a partire da lunedì, oltre seimila chilometri quadrati di mare saranno interdetti all'attività di pesca secondo un protocollo siglato tra Italia e Croazia.
L'interdizione comprende uno spazio misto tra acque italiane, internazionali e croate. L'area chiusa penalizzerebbe la marineria nostrana.
"I confini dell'area interdetta - spiegano i marittimi - garantiscono ai croati un'attività di pesca costante e priva di rinunce, mentre noi dobbiamo dire addio agli scampi". Era stata richiesta una proroga al provvedimento ma il ministero l'avrebbe rifiutata.
A San Benedetto la prima mappatura
di tutte le specie ittiche dell'Adriatico
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Venerdì 24 Luglio 2015, 19:50 - Ultimo aggiornamento:
1 Agosto, 15:20
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