SAN BENEDETTO - «Ho sbagliato, ho dato un pessimo esempio ma le cose non sono andate soltanto così come sono state raccontate». Parla il padre del ragazzino che, nella notte tra domenica e lunedì, a San Benedetto è stato protagonista della testata data ad un commerciante del centro che ammette di aver compiuto il gesto ma parla anche di una situazione a monte diversa da quello che, fino ad oggi, era trapelato.
L’uomo afferma infatti di aver sporto denuncia nei confronti del commerciante proprio per quello che era accaduto prima della testata. «Ho sporto denuncia e allegato il referto medico perché mio figlio è stato aggredito - afferma l’uomo che fornisce la propria versione dei fatti -. Io non dovevo fare quello che ho fatto, non dovevo perdere la testa ma sono stato io stesso a dire ai carabinieri che ero stato io. Sono consapevole di aver dato un pessimo esempio e tutto quello che sto leggendo sui social, probabilmente, lo scriverei anch’io. Ma se ho perso la testa in quel modo un motivo c’è ed è che quella persona aveva messo la mani addosso a mio figlio».
Le dichiarazioni
L’uomo, le cui dichiarazioni sono al vaglio dei carabinieri che sono al lavoro su tutta la vicenda per fare piena luce su come siano effettivamente andate le cose, afferma infatti che il commerciante non si sarebbe limitato a rimproverare il figlio ma gli avrebbe anche messo le mani addosso. Tutto, come già riportato nei giorni scorsi, è nato a causa degli schiamazzi di un gruppo di ragazzini.
«Sono ragazzini ed era mezzanotte d’estate.
«Voglio far capire il mio errore»
A questo punto spetta ai carabinieri, che sono al lavoro sulla vicenda, ricostruire con precisione quanto accaduto. La vicenda ha scatenato molti commenti tra l’opinione pubblica. Migliaia i commenti delle persone sui social, sulle varie piattaforme. La maggior parte di loro ha condannando il gesto del papà. «Al posto di un lettore direi le stesse cose che dicono loro - ammette - ed è per questo che voglio far capire che ammetto il mio errore ma che dietro quello che è accaduto ci sono vicende diverse da quelle che la gente sa».
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