SAN BENEDETTO - La Provincia pronta a presentare ricorso alla Corte di Cassazione in merito al pagamento dell’Imu sugli edifici di sua proprietà adibiti ad uso scolastico. Un contenzioso che nei primi due gradi di giudizio ha visto il Comune avere la meglio. Da parte sua l’amministrazione provinciale, esaminate le motivazioni del provvedimento, intende proseguire nell’azione per far valere le proprie ragioni impugnando la sentenza presso la Suprema Corte di Cassazione.
La vicenda
La vicenda risale al 2016 quando il Comune chiese il pagamento Imu per gli edifici scolastici di proprietà della Provincia che insistono sul territorio sambenedettese.
La stessa Provincia non potrebbe destinare tali edifici per utilizzi diversi da quelli imposti dalla legge che la vincola a destinarli ad uso scolastico e, quindi, per scopi istituzionali che non prevedano l’applicazione dell’imposta. «Ritengo assurdo – evidenzia il presidente della Provincia Sergio Loggi – che un ente debba pagare l’Imu su edifici che, per espresso obbligo normativo, sono vincolati a erogare un servizio pubblico oltretutto così importante e fondamentale per la comunità locale come quello scolastico; sarebbe come far pagare l’Imu a ospedali pubblici di proprietà pubblica. Inoltre si aprirebbe un precedente che, qualora replicato in altre realtà, aprirebbe un grave vulnus istituzionale, significherebbe che lo Stato dovrebbe correre ai ripari per ridisegnare la stessa architettura della finanza pubblica. E’ mia intenzione sottoporre la questione all’attenzione dell’Upi nazionale, dell’Anci e dell’Ali per affrontare, anche in quelle sedi, una problematica che ritengo abbia un impatto notevole sulla stessa capacità degli enti locali di far fronte ai loro obblighi istituzionali in materia di edilizia scolastica».
I precedenti
La Provincia fa sapere che la sentenza dalla Corte di Giustizia Tributaria delle Marche non trova finora precedenti nella giurisprudenza nazionale. Anzi, la commissione tributaria regionale Toscana chiamata ad esaminare una pretesa analoga, ha stabilito che la Provincia di Arezzo non ha alcun potere di disporre di tali immobili essendo obbligata a metterli a disposizione e a mantenerli per espressa previsione di legge, venendo quindi meno il requisito soggettivo per l’applicazione dell’imposta che “appare illegittima”.