Le ultime parole di Dario prima di morire travolto da una moto: «Ho tutte le ossa rotte». Indagini sulla salma

San Benedetto, Le ultime parole di Dario prima di morire travolto da una moto: «Ho tutte le ossa rotte». Indagini sulla salma
San Benedetto, Le ultime parole di Dario prima di morire travolto da una moto: «Ho tutte le ossa rotte». Indagini sulla salma
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Martedì 17 Dicembre 2019, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 10:34

SAN BENEDETTO - «Ho tutte le ossa rotte». Sono state le parole che Dario Carboni ha pronunciato al cognato, Giuseppe Ricci, subito dopo l’incidente che gli è costato la vita. Tra i primi a soccorrere l’ottantaquattrenne morto dopo essere stato investito da una moto, sul lungomare di San Benedetto domenica pomeriggio, c’era proprio il cognato.

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«Ho sentito il rumore della moto che cadeva – racconta Ricci – e sono subito andato in strada per vedere cosa fosse successo». Quando è arrivato all’altezza della pista ciclabile Ricci si è reso conto che in terra c’era il cognato, il marito di sua sorella Stella morta, in seguito ad una malattia, circa tre anni fa. «Era cosciente e ha parlato con me – spiega il presidente dei concessionari di spiaggia – mi ha detto che sentiva tutte le ossa rotte. Io gli facevo coraggio, gli dicevo che l’ambulanza stava arrivando e che sarebbe stato meglio. Poco dopo però è morto in ospedale è una tragedia assurda. Sul lungomare si corre troppo occorre trovare una soluzione. Questa è una strada che andrebbe goduta da tutti, e non un posto dove morire investito». 
Ad investire Carboni è stato un motociclista di origini abruzzesi di cinquant’anni. Sotto choc è stato soccorso a sua volta da un’ambulanza della Croce Verde che lo ha portato in ospedale. Il motociclo è stato sequestrato su disposizione della Procura della Repubblica che ha incaricato i vigili urbani di San Benedetto di ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente e predisponendo, ieri, ulteriori sopralluoghi sul luogo dell’impatto dove qualcuno ha anche lasciato un mazzo di fiori. La salma di Carboni è ancora a disposizione della Procura e, probabilmente, oggi sarà riconsegnata ai familiari.

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