San Benedetto, il caso chalet: «I pignoramenti sono andati a vuoto, chiediamo il fallimento del Medusa»

San Benedetto, il caso chalet: «I pignoramenti sono andati a vuoto, chiediamo il fallimento del Medusa». Nella foto Maria Serena Scaramucci con Sandy Marton
San Benedetto, il caso chalet: «I pignoramenti sono andati a vuoto, chiediamo il fallimento del Medusa». Nella foto Maria Serena Scaramucci con Sandy Marton
di Laura Ripani
3 Minuti di Lettura
Martedì 14 Marzo 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 11:29

SAN BENEDETTO - «Depositeremo l’istanza di fallimento per la Medusa srl». Maria Serena Scaramucci vuole andare fino in fondo nella vicenda che la vede protagonista della causa come ex gestore del prestigioso chalet sambenettese. Hanno avuto esito negativo anche i pignoramenti effettuati su due banche dell’altra società coinvolta, Medusa beach srl amministrata da Robertino Tulli e attuale proprietaria dello storico stabilimento balneare e per questo l’imprenditrice ha deciso di fare l’ulteriore passo.

 
La vicenda


La controversia tra l’ex gestore Serena srl e la vecchia e nuova proprietà sembrava infatti essere arrivata al termine visto che Medusa Beach srl di Robertino Tulli e la Medusa srl di Marco Cincolà che averebbero dovuto pagare un risarcimento di 1.350.000 all’ex gestore, appunto la Serena srl, difesa dall’avvocato Sara Pagnoni, e più di 50mila euro di spese legali. «Non avendo i debitori adempiuto - dice quindi Scaramucci - con la mia Serena srl sono stata costretta a dare il via ai pignoramenti, sia nei confronti della Medusa srl, società per la quale la sentenza è diventata definitiva e nei cui confronti sarà a giorni depositata istanza di fallimento, sia per la Medusa Beach srl amministrata da Robertino Tulli, i cui conti correnti, tuttavia, sono risultati vuoti».

Una vicenda insomma che contiua e che porta l’imprenditrice anche a fare una serie di amare considerazioni: «Non sono stupita - aggiunge Scaramucci - ciò che mi consola moralmente è che è stata accertata la violazione degli obblighi contrattuali da parte di vecchia a e nuova proprietà che pensando di farla franca mi hanno “sfilato” l’azienda in cui per 12 anni avevo investito tutte le mie energie».


Le ragioni


Ad ulteriore riprova delle proprie ragioni, dopo la sentenza di condanna (anche) di Medusa Beach srl al risarcimento di oltre un milione di euro, il 10 febbraio scorso Medusa Beach difesa dall’avvocato Simeone Valentini del foro di Macerata, il Tribunale di Ascoli Piceno ha pronunciato una sentenza tramite la quale è stata respinta la domanda di Medusa Beach che «voleva imporre - prosegue Sacarmucci - alla Serena srl il rimborso del canone di concessione demaniale dell’anno 2020, onere che, come sostenuto dalla mia azienda e riconosciuto dal Tribunale, spettava invece al concessionario che è stato ancora una volta condannato a rifondere alla Serena srl le spese di lite.

Ora aspettiamo con fiducia nella giustizia anche le evoluzioni dei pendenti procedimenti penali».


Le motivazioni
I fatti risalgono all’anno 2019 quando La Medusa srl, concessionaria dello storico stabilimento ha trasferito il ramo di azienda a Medusa Beach srl, senza offrire - secondo quanto ha stabilito il giudice Serena Foti - l’attività in prelazione all’affittuaria Serena srl di Maria Serena Scaramucci. Cosa, questa, che era prevista, è stato evidenziato dai magistrati, il contratto di affitto di ramo di azienda che c’era all’epoca. Questo, insieme alla mancanza negli anni di manutenzione straordinaria del locale da parte della proprietà, causarono la risoluzione del contratto di affitto per inadempimento delle concessionarie La Medusa srl e Medusa Beach srl. «La complessiva operazione posta in essere dalle parti - si legge nella sentenza -, per come costruita, cela in maniera evidente l’intento di aggirare l’obbligo contrattualmente assunto e alla violazione del diritto di prelazione».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA