San Benedetto: Postamat esplode
per il sisma, banconote macchiate

Il bancomat fuori uso alle Poste centrali
Il bancomat fuori uso alle Poste centrali
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Martedì 8 Novembre 2016, 05:45
SAN BENEDETTO - La scossa di 6.5 gradi della scala Richter come un tentativo di effrazione da parte dei ladri. Così il bancomat delle Poste centrali di San Benedetto ha interpretato il terremoto di domenica 31 ottobre e ha subito attivato il sistema di protezione facendo «esplodere» la mazzetta civetta che ha segnato, con un liquido rosso, tutte le banconote al suo interno. È stato riattivato soltanto ieri mattina intorno alle 12 il Postamat nell’ufficio di via Curzi. Un’intera settimana durante la quale i tecnici della società che gestisce per conto di Poste Italiane il servizio hanno dovuto lavorare al ripristino. A dir la verità nessuno si era accorto del problema. Domenica 31, d’altra parte, in pochi avevano fatto ricorso al prelievo, impauriti come sono stati molti sambenedettesi per la più forte scossa di terremoto che la Riviera ricordi. Almeno nell’ultimo secolo. Quindi che qualcosa non funzionava nel Postamat si sono accorti gli impiegati dell’ufficio centrale soltanto il giorno dopo. Hanno aperto lo sportello, visto che non funzionava, e hanno trovato le banconote segnate, come sarebbe accaduto se qualcuno avesse tentato di forzare il sistema. Quindi la causa più probabile sarebbe che il forte movimento tellurico abbia spostato il terminale a tal punto da mettere in azione lo strumento di protezione delle banconote. Ora queste ultime sono state rispedite alla Banca d’Italia che provvederà alla distruzione e alla sostituzione di quelle segnate. Ma domenica 31 anche altri sportelli in città risultavano bloccati. Come ad esempio quello della Banca di Spoleto, in viale De Gasperi e del Monte dei Paschi, in via Balilla ripristinati, però, quasi subito. Tornando a Poste Italiane, sul territorio provinciale, sono stati ancora più gravi i problemi che la società partecipata dello Stato ha dovuto far fronte. Inagibili sono infatti gli uffici di Arquata (dove è stato attivato da subito un container), di Acquasanta Terme e Montegallo dove invece stanno per arrivare i moduli sostitutivi così come a Castel di Lama-Piattoni.
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