MONSELICE - Voleva donare dei vestiti usati, ma nella tasca di un abito c’erano banconote per centinaia di euro. Mentre il parroco don Damiano è a caccia della proprietaria di quei soldi, si sono presentati in canonica almeno una decina di millantatori. La vicenda è accaduta a Monselice, alla parrocchia del Redentore. In questa vivace realtà cittadina sono attive da anni diverse iniziative di beneficenza, tra cui “l’Armadio del fratello”: chi ha dei capi di vestiario vecchi o non utilizzati, purché in buono stato, può portarli direttamente al centro parrocchiale. Dopo averli catalogati per taglia e categoria, i volontari li donano a chi ne ha bisogno. Così aveva fatto una signora del posto, che una decina di giorni fa aveva messo in una sporta alcuni vestiti e li aveva portati all’Armadio. Giusto il tempo di depositarli, salutare e riprendere la via di casa.
LA SORPRESA
La sorpresa è arrivata poco dopo, quando i volontari stavano sistemando i capi per la catalogazione: all’interno di una tasca c’erano molte banconote da 50 euro, che sommate davano un importo ragguardevole. «Non era certo la mancia per il nipotino - spiega don Damiano Santiglia - Mi sono a lungo interrogato se si trattasse di una dimenticanza o di un atto volontario, ma propendo per la prima ipotesi. Non è consueto fare donazioni in questo modo».
È probabile che i soldi siano stati messi dentro la tasca da qualcuno, forse un anziano, che utilizzava quel vestito come salvadanaio.
L’APPELLO NEI SOCIAL
L’appello del sacerdote ha subito scatenato un tam tam di passaparola e le telefonate in canonica si sono moltiplicate. Oltre dieci persone si sono anche presentate in parrocchia, asserendo che quel denaro gli appartenesse. «Alcuni erano assolutamente in buona fede e volevano solo fugare ogni dubbio - prosegue don Damiano - Altri invece sono venuti con l’intento di riscuotere la somma. In questa fase, noi della parrocchia siamo molto prudenti e non forniamo troppi dettagli sull’accaduto. In base alle domande che pongo, capisco subito le reali intenzioni di chi viene in ufficio».
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