No all'impianto di estrazione del gas
per smottamenti e agricoltura bio

No all'impianto di estrazione del gas per smottamenti e agricoltura bio
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Martedì 17 Febbraio 2015, 16:52 - Ultimo aggiornamento: 17:35
RIPATRANSONE - "La Provincia è in disaccordo con questo progetto ma la nostra volontà non varrà nulla in Regione". Ha partecipato anche l'ex sindaco - ora presidente della provincia - Paolo D'Erasmo al primo incontro con i cittadini per vagliare il possibile cantiere di perforazione ed estrazione di gas metano. Un'assemblea alla quale hanno partecipato numerosi cittadini, presidenti di associazioni ambientaliste, amministrazione e dirigenti della ditta Appennine Energy, l'azienda che ha avuto, da parte del Ministero, il permesso di esplorare il terreno alla ricerca di sacche minerarie.

Il secco "no" da parte dei residenti della zona Canali-Caniette, l'area interessata, e dai cittadini è risuonato più volte nell'aula Rossa del comune, nonostante il sindaco Remo Bruni abbia più volte invitato la platea di vagliare meglio il progetto. Non sono, infatti, bastati i chiarimenti da parte di Luca Madeddu, amministratore delegato Appennine Energy, e dal geologo Stefano Rossi per placare gli animi, infastiditi anche per il ritardo con cui l'amministrazione ha comunicato pubblicamente la situazione. Tanto che la scadenza per presentare le osservazioni, ad oggi, è meno di 25 giorni. I tecnici hanno tranquillizzato sulla sicurezza della struttura che si realizzerebbe qualora il progetto andasse avanti, però reale è anche l'impatto ambientale: incremento del traffico nella zona, rumore della perforazione, gas di scarico dei generatori e smaltimento dei rifiuti.

Il disaccordo è anche causato della percentuale che spetterebbe all'amministrazione sulle royalties derivanti dall'estrazione del metano. Il 10% della produzione della Appennine, infatti, per legge sarà distribuito: 55% alla Regione, 30% allo Stato e solo il 15% al comune (equivalente a 100 mila euro l'anno ndr). Troppo poco per la cittadinanza che teme di perdere, con la conseguente realizzazione del metanodotto per trasportare il gas, la sua salubrità. La stessa che l'ha trasportata ai primi posti tra i Comuni della Regione dediti all'agricoltura biologica. Senza contare il timore di possibili nuove frane nei pressi del sito, già interessato da smottamenti e cedimenti anche strutturali. Ne è un esempio il convento delle suore Passioniste.

Nuovo incontro domani sera alle 21 alla Sala Rossa.

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